Le bugie al telefono

Fabio Pandiscia - www.fabiopandiscia.it
 
fonte: gratisography
 
Negli ultimi articoli sul linguaggio del corpo ci siamo concentrati molto sui gesti, in quanto sono macroscopici e facili da notare, per tutti.  Ma se siete tipi “auditivi” potreste essere molto portati per identificare le menzogne anche da come si parla. Esistono modi per rivelarlo?  Sì, anche se sono più complessi. Come premessa diciamo che è molto difficile mantenere lo stesso tono di voce quando si sta mentendo. La voce e soprattutto le corde vocali si caricano di tensione durante una bugia, e il risultato sarà una variazione di tono.  Se usiamo un microfono sensibile, si scopre che NESSUNO sa mentire in modo perfetto con la voce. C’è sempre qualche segnale che tradisce la tensione, anche se può essere impercettibile all’orecchio umano. Questa non ha una “direzione” specifica: c’è chi ha una voce più stridula, e chi al contrario parlerà con un tono più basso.
 
Una delle cose più da notare è la velocità
Rispondere all’istante è quasi sempre segnale che ci si sia preparati la risposta in anticipo.
Ma anche stare zitti a lungo, o con pause esitanti troppo numerose, è indice che qualcosa non va.
ATTENZIONE: quando una persona si convince che qualcosa è vera, magari solo perché la sente ripetere spesso, diverrà comunque parte della sua realtà. Se anche un tempo sapeva di dire una bugia, ormai è diventata una cosa reale a tutti gli effetti, e non riuscirà più a distinguerla dalle menzogne.
Il suo corpo e il suo tono assumeranno questa come vera e si comporteranno di conseguenza.
Le tecniche più semplici per rivelare quando si mente, basandosi solo sull’ascolto, sono:
- far dire al rovescio l’evento di sospetta bugia
La mente non riesce a processare alla stessa velocità la realtà e la bugia, quindi deve fare uno sforzo cosciente per riuscire a dire una menzogna al contrario. Si parla di decimi di secondo, non di giorni, ma si nota facilmente la differenza se si fa raccontare una cosa vera a paragone.
- notare le pause
Quando si mente possono diventare più numerose e con molti suoni di riempimento (come “ehmmm…” o “aaahh…”). Questo è tanto più vero quando si parla di qualcosa di semplice o di un ricordo, ed è molto usato dai bugiardi AUDITIVI.
- notare la lunghezza delle frasiQuando si mente si tende a frammentare in poche parole per volta ciò che si dice, come se si cercasse di completare un puzzle in cui mancano dei pezzi – le bugie appunto.
- “calcare” alcune paroleForzare il tono può indicare che c’è una certa tensione, indice di probabile bugia.  Ad esempio, una frase come “sono molto felice di essere qui” diventa “sono molto FELICE di essere qui”. Il cambio di tono è rilevatore che qualcosa sulla parola “felice” non va come dovrebbe
- lapsus freudiani
Dire una parola al posto di un’altra, in molti contesti è rivelatrice di cosa si pensa davvero
- notare la fluidità
Un discorso fluido e coerente è quasi sempre vero, mentre un discorso tentennante è spesso falso.
- chiedere a distanza di tempo di raccontare il fatto sospettato di bugia
Ci saranno molti elementi in contraddizione, tanto più se si tratta di un uomo – le donne sono più abili a mentire, e ricordano meglio a chi hanno detto cosa e perché.
frasi come “a dire il vero”, “a esser sincero”, “onestamente”, “indubbiamente” indicano che fino a quel momento non si è stati del tutto sinceri e che c’è un serio motivo per dubitare.
le parole “solo” e “solamente” servono per sminuire qualcosa di molto grave o importante. Quando le sentite è probabile che non vi abbiano detto tutta la verità
-ribadire con forza che si sta dicendo la verità, con frasi come: “fidati di me”, “non ho ragione di mentire/perché dovrei mentirti?”, “credi che farei una cosa simile?”, “non mi abbasserei mai a tanto”, “non sono quel tipo di persona”, “ma sa chi sono io?” (segue titoli vari come dott, ing, cav eccetera), utilizzare come testimone della sincerità qualcosa di sacro come:
Che Dio mi fulmini se mento
Giuro sulla tomba di mia madre/la testa di mio figlio
Dio mi è testimone
Giuro su Dio
Dio solo sa se mentirei su questo
 
rispondere a una domanda con: “non lo farei mai” vuol dire che, come possibilità, la si esclude NEL FUTURO.  È un trucco dell’inconscio che, sentendosi alle strette, dice la verità.
Ma lo fa in modo da far credere di averla sempre detta anche se non è vero.
– usare risposte come “non penserai mica che…” o “mi stai accusando di aver fatto questo?” sono usate per far leva sull’onestà DI CHI CHIEDE.
La persona che si difende, così facendo, non è costretta a negare il fatto – e quindi a tradirsi.

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