Elena Guidi
Origine immagine: nathab. |
I corridoi ecologici: le strade private di flora e fauna
Quando in una zona prevalentemente naturale si costruisce una staccionata, un complesso di case oppure una strada o un’autostrada lo si fa avendo in mente tutti gli effetti positivi che queste porteranno alle persone e all’economia di quella zona. Quasi mai ci si sofferma a pensare queste strutture, che per l’uomo sono un legante per connettere terre lontane, per le piante e gli animali selvatici sono invece barriere che frammentano il proprio habitat in pezzi.
Molte specie selvatiche per potersi riprodurre o alimentarsi devono letteralmente trasferirsi, anche più volte all’anno, da una zona ad un’altra. C’è chi si sposta solo per qualche centinaio di metri per trovare un ambiente più adatto a deporre le uova, come il rospo comune (Bufo bufo) e chi, come il falco dell’Amur (Falco amurensis), sorvola migliaia di chilometri di mare e montagne per sfuggire dall’inverno e migrare verso zone più calde.
Indipendentemente dalla distanza, la prosperità di queste specie dipende dalla loro possibilità di muoversi su vaste aree e in sicurezza. La soluzione è quella di creare “corridoi ecologici o green corridors” per la fauna selvatica dove gli animali possono muoversi da un luogo all'altro senza interferenze. I corridoi fungono da "ponti" che collegano due o più pezzi di habitat naturale, facilitando così i movimenti degli animali ma anche la dispersione delle piante e di altri esseri viventi.
Gli spostamenti di molti organismi già di per sé non sono semplici: predatori, intemperie e carenza di cibo sono variabili sempre presenti durante i loro tragitti. Il tutto diventa ancora più complesso quando il percorso è interrotto bruscamente, ad esempio da una immensa autostrada come la Highway 191, con 2500 veicoli che ogni giorno la percorrono per attraversare da nord a sud gli USA. Oltrepassare indenni questa autostrada trafficata è la sfida che le antilocapre (Antilocapra americana) debbono affrontare ogni primavera e ogni autunno durante la loro migrazione di oltre 160 Km. Gli impatti mortali di questi animali con le autovetture erano assai frequenti, ma dal 2013 grazie alla Wyoming Migration Initiative, sono stati costruiti sei sottopassaggi e due cavalcavia, con recinzioni per incanalare nella giusta direzione i branchi in migrazione e permetterne il passaggio della Higway 191 in tutta sicurezza.
Gli “attraversamenti” per animali non sono stati progettati solo per grandi mammiferi ma anche alcuni granchi, migratori insospettabili, che vivono nella piccola isola di Natale, in Australia. Questi crostacei dal vivace colore rosso vivono per la gran parte dell’anno nella parte alta e disabitata dell’isola, ma durante il periodo migratorio scendono in massa verso l’oceano per riprodursi e deporre le uova. Ogni anno, tra novembre e dicembre, la popolazione di granchi, che si stima attorno ai 40 milioni di individui, si riversa nelle strade trafficate, un attraversamento obbligato che porta alla morte di centinaia di essi. Per consentire la sopravvivenza della specie e ridurre i disagi che quest’onda rossa provoca alla circolazione stradale, il governo dell’isola ha costruito alcuni sottopassaggi e ponti “granchio-friendly” con grande sollievo dei crostacei e degli automobilisti con le gomme forate dalle loro chele.
Canada, Africa e India sono altri paesi che hanno saputo sfruttare i benefici della costruzione dei corridoi ecologici. Ma anche l’Europa non è da meno. In particolare L’Olanda è lo stato più attento alla salvaguardia delle specie, con più di 600 attraversamenti che permettono a orsi, cervi e altri animali di attraversare le autostrade da un lato all’altro e senza incidenti.
A questo punto però alcuni dei più cinici, coloro che si ostinano a non voler comprendere la necessità di investire nella conservazione degli habitat e della biodiversità, potrebbero pensare che questi corridoi ecologici abbiano una grande spesa ma una bassa resa per l’uomo. Ovviamente così non è. Secondo uno studio del 2009 in Nordamerica ogni anno si verificano circa 2 milioni di collisioni tra mammiferi e veicoli, causando oltre 200 morti e oltre un miliardo di dollari di danni alle proprietà ogni anno. Anche altri casi studio, in diverse zone del mondo, hanno riportato che queste strutture di mitigazione hanno un’efficacia, misurata in termini di denaro risparmiato, che supera i costi per l'installazione della struttura stessa. Questi dati sottolineano l’estrema importanza della
pianificazione del paesaggio per integrare al meglio le esigenze della fauna selvatica nei piani di trasporto regionali.
Bibliografia:
Senza confini, le straordinarie storie degli animali migratori. F. Buoniconti. Codice Edizioni. 2019
Thorne, J. H., P. R. Huber, E. H. Girvetz, J. Quinn,and M. C. McCoy. 2009. Integration of regiona
lmitigation assessment and conservation planning.Ecology and Society 14(1): 47. [online] URL:
http://www.ecologyandsociety.org/vol14/iss1/art47/.
Nina B. Ćurčić, Snežana Đurđić. 2013. The actual relevance of ecological corridors in nature
conservation. DOI: 10.2298/IJGI1302021C
https://www.eionet.europa.eu/gemet/en/concept/15127
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