Pesca al pescespada e architettura (o urbanistica)


di Alessandro De Sanctis

In un video Rai degli anni 70 ritramesso pochi anni fa si mostravano vecchie riprese girate in Sicilia in cui piccole e slanciate barche prendevano il largo alla ricerca del pescespada, uno dei marinai più anziani stava in alto di vedetta, altri stavano ai remi,  in punta era l’uomo pronto con la fiocina, attento alle urla della vedetta.
I racconti dei giovani pescatori sui tempi dei loro padri e nonni ci facevano capire che la pesca era un'attività familiare  o poco più, i paesi sul mare vivevano quasi esclusivamente di pesca, e ogni famiglia aveva la sua barca, più o meno piccola, la sussistenza era data da quel faticoso lavoro, loro conoscevano i periodi in cui si pescava e si doveva lasciar riprodurre l’animale, con la pesca alla fiocina si riuscivano a prendere solo animali adulti, e forse si sceglieva anche di non uccidere i piccoli.
La necessità di avere un futuro di pesca con cui vivere faceva sì che non si eccedesse con l’uccisione degli animali, sterminarne la popolazione avrebbe significato povertà e fame per tutti, inoltre queste popolazioni erano (e sono in parte ancora molto legate) ai loro simboli del mare, e non avrebbero mai voluto che scomparissero.
La civiltà consumistica, imprenditoriale, concorrenziale ha portato col tempo a uno sfruttamento senza freni di questo e altri tipi di pesca, sia da parte di imprenditori locali che stranieri. Grandi barche industriali battono i mari del mondo spesso senza controlli di quantità e tipo di pescato.
Il risultato è che il pescespada e altri tipi di pesce sono rapidamente diminuiti e rischiano l’estinzione.
L’edilizia e l’architettura, ma anche la realizzazione una volta lenta delle città sono paragonabili alla pesca al pescespada; finché il costruttore era legato all’area, alla zona oggetto delle modifiche urbane, o del piccolo villaggio, paese, quartiere, si poteva essere abbastanza tranquilli, il suo interesse era quello di vivere in un ambiente sano, relativamente confortevole e piacevole.
Chi si darebbe la zappa sui piedi pensando e realizzando una casa o una città opprimente e avvelenata?
E’ chiaro che non si può nemmeno pretendere la realizzazione di quartieri di villette a coprire l’intera terra (Sprawl urbano), c’è sicuramente bisogno di un compromesso tra progettazione guidata e le proposte di chi utilizzerà quei luoghi.
Prima di tutto si dovrebbe recuperare, rigenerare ambienti degradati, se poi dobbiamo proprio costruire ex-novo facciamolo in maniera partecipata, energeticamente efficiente, con spazi urbani veri, non solo slarghi di asfalto bollente, cemento e centri commerciali.
Per assurdo alcuni quartieri di Roma (parlo di ciò che conosco meglio) nati in maniera “spontanea” (eufemismo per Edilizia Abusiva) col tempo si sono rivelati di gran lunga più vivibili di molti quartieri periferici in cui la speculazione edilizia è stata l’unica guida.

Pesce Spada Nome scientifico: Xiphias gladius (Linneo, 1758).Nomi dialettali: pei spa, spadon, pisce spata, pisci spada, spadieddo, piscispatu, spateddu.Zona di cattura preminente: Palmi, Scilla Cannitello.Da WIKIPEDIA 
Foto dal sito dell: ASSOCIAZIONE CULTURALE AMICI DEL VECCHIO QUADRARO
e ITINERARI TURISTICI AI FORTI (foto d'epoca)

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