Il Festival della Biennale Musica si svolge in diversi luoghi storici di Venezia e tende a mettere in risalto la tradizione musicale veneziana collegandola alla attualità compositiva contemporanea. Si intitola Choruses – Drammaturgie vocali il 65. Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia, che si svolgerà dal 17 al 26 settembre sotto la direzione della compositrice Lucia Ronchetti. Al centro dell’attenzione “il trattamento compositivo della voce, a partire dai lavori corali monumentali delle ultime decadi fino alle esplorazioni drammaturgiche della produzione vocale più recente” (L. Ronchetti).
Concerti, installazioni sonore, performance sperimentali, happening vocali, un'opera processionale e un lavoro di teatro musicale da camera, presenteranno i differenti aspetti della voce nella creatività contemporanea.
Il festival presenta importanti ensemble corali veneziani, il Coro della Cappella Marciana e del Teatro La Fenice di Venezia, accanto ad alcuni tra i più rappresentativi ensemble corali e vocali europei: il Theatre of Voices di Copenhagen, il SWR Vokalensemble e i Neue Vocalsolisten di Stoccarda, gli ensemble vocali Sequenza 9.3 e Accentus di Parigi, con la partecipazione l’Orchestra del Teatro La Fenice e dal Parco della Musica Contemporanea Ensemble. Al Centro di Informatica Musicale e Multimediale della Biennale di Venezia (CIMM) è affidata la cura della diffusione e spazializzazione delle parti elettroniche presenti in alcuni dei lavori.
Saranno presenti nel festival compositori di differenti generazioni che hanno realizzato importanti lavori vocali e corali a cappella, vocalists e performers di differenti tradizioni musicali, sound artists che integrano la voce nei loro progetti sonori. I giovani compositori e performers selezionati da Biennale College comporranno dei nuovi lavori nelle diverse forme compositive presenti nel festival.
Gli incontri, le conferenze e le Lezioni di Musica in collaborazione con Rai Radio Tre hanno la funzione di evidenziare il rapporto tra la tradizione musicale vocale veneziana e la contemporaneità. Choruses è un festival diffuso che invita a una sorta di “pellegrinaggio dell’ascoltatore” attraverso luoghi e teatri storici - dall’Arsenale (Tese, Sale d’Armi, Piccolo Arsenale) alla Basilica di San Marco al Teatro La Fenice al Malibran, dall’Auditorium Lo Squero della Fondazione G.Cini al Conservatorio B. Marcello fino al Teatro Parco Bissuola a Mestre. Comporre per l'insieme delle voci Kaija Saariaho, Hans Abrahamsen, George Lewis, David Lang, Luca Francesconi; Sivan Eldar, Sergej Newski, Samir Odeh-Tamimi, Francesco Filidei, Jennifer Walshe; George Aperghis, Arvo Pärt, Sylvano Bussotti, Morton Feldman; compositori di diverse generazioni che concepiscono la scrittura vocale come uno strumento di sperimentazione e innovazione per la contemporaneità.
La musica vocale di Kaija Saariaho, Leone d’oro alla carriera di questa edizione del Festival,è basata su testi di autori importanti di diverse epoche che trattano temi universali quali la solitudine del viaggio, la distanza, la morte. I testi sono analizzati dalla compositrice quali materiali sonori e come indicazioni e suggestioni di ascolto. A lei il Festival dedica una ritratto in quattro opere: la prima assoluta di Reconnaissance, interpretato dall’ensemble Accentus, protagonista anche della prima esecuzione italiana di Tag des Jahrs; la prima europea di Only the Sound Remains, nel nuovo allestimento di Aleksi Barriere e con l’interpretazione del Theatre of Voices di Paul Hillier; la prima esecuzione italiana di Oltra mar, che inaugura il Festival al Teatro La Fenice con l’Orchestra e il Coro stessi diretti da Ernest Martinez- Izquierdo. La versione per orchestra di Children’s Corner di Claude Debussy composta del compositore danese Hans Abrahamsen, programmato nel concerto inaugurale, mette in evidenza il rapporto fondamentale tra i compositori della seconda generazione spettrale e la ricerca timbrica operata da Debussy.
Stessa classe, 1952, anche per George Lewis, riconosciuto protagonista dello sperimentalismo della diaspora africana, artista multimediale, professore di composizione alla Columbia University e attualmente artista in residenza presso il Wissenschaftskolleg zu Berlin. Il suo nuovo lavoro, commissionato dalla Biennale, riguarda Anthony William Amo, il primo filosofo di origine africana. Il nuovo brano per voci ed elettronica verrà eseguito in prima assoluta dai Neue Vocalsolisten, destinatari del Leone d’argento.
Di David Lang, protagonista del post-minimalismo americano e fondatore di Bang On A Can, verrà invece eseguito The Little Match Girl Passion, brano premiato nel 2008 con il Pulitzer per la musica e interpretato dal Theatre of Voices di Paul Hillier, che lo ha registrato per l’etichetta Harmonia Mundi vincendo nel 2010 un Grammy Award. Luca Francesconi sarà presente alla Biennale Musica 2021 con Herzstück, un lavoro per ensemble vocale composto per i Neue Vocalsolisten, su testo di Heiner Müller, autore dal quale è stato tratto il libretto della sua opera Quartett, una delle produzioni operistiche contemporanee di più grande successo, che vanta innumerevoli riprese e nuove produzioni in tutto il mondo.
Alla generazione degli anni ’70 e ’80 appartengono Sivan Eldar, Sergej Newski, Samir Odeh-Tamimi, Francesco Filidei che al festival presenteranno rispettivamente tre prime assolute e una prima italiana. La compositrice Sivan Eldar, con studi tra Israele e Stati Uniti, dove si è laureata a Berkeley con Frank Bedrossian, Edmund Campion, oggi risiede a Parigi e dal 2019 è in residenza all’Orchestra Nazionale Montpellier (Opéra Comédie). Sivan Eldar rilegge il mito in After Arethusa, avvalendosi della scrittura di Cordelia Lynn, autrice di teatro e librettista con cui ha collaborato più volte (insieme debutteranno all’Opéra de Lille nella stagione 2021-22). Nato a Mosca nel 1972, Sergej Newski si forma in Germania, con Jörg Herchet a Dresda e con Friedrich Goldmann a Berlino, dove ancora oggi risiede. A Newski i Neue Vocalsolisten hanno commissionato un nuovo brano, Die Einfachen, ispirato al reportage della storica Irina Roldugina su "I semplici", il nome del movimento gay della Leningrado degli anni 20. Presente sulla scena europea al pari di Newski, e come lui residente a Berlino, l’isaraelo-palestinese Samir Odeh-Tamimi è nato a Jaljuliya, città araba in Israele nel 1970: interprete della musica tradizionale araba, studia poi musicologia e composizione a Kiel e Brema. A Venezia presenta il brano Timna. Fra i compositori più riconosciuti della sua generazione, Francesco Filidei presenterà in prima assoluta Tutto in una volta, titolo tratto da una poesia di Nanni Balestrini.
Fra le personalità artistiche più rilevanti del panorama musicale contemporaneo, Georges Aperghis è stato attratto dalla ripetitività ossessiva di Adolf Wölfli. Wölfli-Kantata, in prima per l’Italia, sembra riflettere la fitta trama dell’artista svizzero, considerato maestro dell’Art Brut. Il lavoro monumentale per ensemble vocale e coro composto a 36 parti reali verrà eseguito dai Neue Vocalsolisten uniti al coro SWR Vokalensemble. Di Arvo Pärt verrà eseguito lo Stabat Mater nella versione originale del 1985 per trio di voci e archi. Un canto liturgico il cui testo per il compositore estone “ci presenta l’esistenza simultanea di dolore incommensurabile di questo evento e di potenziale consolazione”. Condivide un destino comune con Pärt Valentin Silvestrov, che qui torna “alla sorgente della musica” come nei Liturgical Chants. Pittore, regista, scenografo, artista, Sylvano Bussotti è alla Biennale con Per 24 voci adulte o bianche, una sorta di happening vocale che vanta una versione teatrale del Living Theatre (nel 1967 a Bordeaux). Parte del ciclo Cinque frammenti all’Italia, in cui Bussotti “scompone testi di Rilke, Adorno, Braibanti, Michelangelo, D'Annunzio, Baudelaire, Jacopone da Todi …oscillando tra libertà sconfinata e rigoroso attaccamento a un metodo”. Rothko Chapel di Morton Feldman, come molti lavori del compositore statunitense, si ispira alle grandi tele dell’espressionismo astratto americano, in questo caso l’edifico ottagonale della Rothko Chapel. "Il linguaggio di Rothko arriva fino al bordo delle sue tele e io volevo ottenere lo stesso effetto con la mia musica, che avrebbe dovuto permeare l'intera stanza ottagonale e non essere ascoltata in un punto definito".
Progetto compositivo per la Basilica di San Marco e la Cappella Marciana.
E’ nell’acustica perfetta della Cappella Marciana della Basilica di San Marco che trova spazio Il viaggio della voce, composizione site specific per voci registrate commissionata dalla Biennale a Christina Kubisch, pioniera della sound art tedesca, già professore presso la Hochschule der Bildenden Künste di Saarbrücken, dove ha fondato il primo dipartimento tedesco di arte audio- visiva. Induzione elettromagnetica, raggi ultravioletti, energia solare, Kubitch è un’artista interessata a un ascolto spaziale fuori dai luoghi deputati che impongono la frontalità dell’esecuzione. I suoi lavori sono frutto di studi approfonditi della specificità del luogo prescelto. Così anche la Cappella Marciana diventa oggetto delle sue ricerche.
Colpita dalla Venezia rinascimentale e barocca verso cui convergono musicisti da tutta Europa Christina Kubisch si chiede: “Che cosa succederebbe se quei viaggi si ripetessero con le possibilità di oggi? Se le voci rinascimentali dei compositori di San Marco tornassero al loro paese d’origine ma in un mondo contemporaneo?”. Da qui ha inizio Il viaggio della voce, dalle voci registrate dei cantori di San Marco, portate come proprio “bagaglio” da Christina Kubisch in giro per l’Europa a dialogare con altri spazi: “con chiese, chiostri (ma forse anche uffici moderni), dove i suoni pre-registrati vengono diffusi e registrati di nuovo… dando vita a “una nuova polifonia astratta”. “I viaggi della voce quindi non si creano al computer con un programma digitale – scrive la Kubisch - ma, anche se certi procedimenti elettronici saranno necessari, si tratta del procedimento di un momento nel corso del tempo. Ci vuole molto tempo. Viaggi lenti e lunghi e non troppi. Poi tutto questo materiale torna a Venezia a San Marco per essere diffuso, alternato in una serata con il canto "reale" del coro del maestro Gemmani”.
Moving still – processional crossings
Commissionata dalla Biennale, l’opera processionale intitolata Moving still – processional crossings è ideata da Marta Gentilucci - compositrice italiana con formazione internazionale, dottore in composizione a Harvard e compositrice in residenza di ricerca all’Ircam di Parigi - in collaborazione con quattro poetesse contemporanee autrici dei testi inediti. Sono Elisa Biagini, Irène Gayraud, Shara McCallum e Evie Shockley, provenienti da lingue, culture, estetiche diverse ma accomunate dal “lavoro sull’oralità, sull’importanza della trasmissione sonora del testo” (M. Gentilucci).
L’opera si svolgerà lungo un percorso che parte nel tardo pomeriggio dai Giardini attraversa le calli e i campi di Venezia incontrando il pubblico in movimento per la città, per concludersi all’interno del Teatro alle Tese. Una riflessione sull’andare e lo spostarsi di un gruppo di persone in tutte le sue varianti - dall’atto religioso al corteo di protesta alla migrazione, “sul dovere o potere andare altrove”. Concepita per ensemble vocale misto e quattro voci recitanti, l’opera vedrà protagoniste le dodici voci dell’ensemble Sequenza 9.3 di Parigi cui si uniranno altrettante voci dalle classi di canto del Conservatorio di Venezia, tutte sotto la guida di Catherine Simonpietri. Firma la regia Antonello Pocetti.
Solo Voice
Compositrice, performer, vocalist, Jennifer Walshe a Venezia sarà protagonista di un assolo per voce, video ed elettronica: Is It Cool To Try Hard Now? Se la sua musica ha ricevuto tanti riconoscimenti - Kranichsteiner Musikpreis ai Ferienkurse für Neue Musik di Darmstadt, Foundation for Contemporary Arts di New York, BASCA British Composer Award for Innovation – Jennifer Walshe è famosa anche per progetti multimediali - composizioni, installazioni, partiture grafiche, film, fotografie, sculture - presentati in musei e gallerie di New York, Houston, San Francisco, Tel Aviv e in Europa. Canta in nove lingue mescolando stili e repertori Elina Duni, cantante e compositrice jazz emigrata a dieci anni in Svizzera dall’Albania e considerata “fra le voci più intense della nuova scena musicale europea”. Così Partir, il concerto solista che vede Elina Duni protagonista alla Biennale, affronta temi universali come la partenza, l’esilio, l’abbandono attingendo al repertorio tradizionale balcanico, yiddish, armeno e del meridione italiano, sviluppando “la sua personale ricerca espressiva grazie alla fusione delle melodie della tradizione con sonorità jazz e dipingendo un quadro sonoro nel quale si intersecano storie musicali diverse”.
Compositrice e vocalist di origine svizzera e ghanese, Joy Frempong presenta un progetto che esplora i diversi mondi performativi dello spoken-word: un assolo per voce, loop machines, tastiere, campionamenti ed elementi narrativi. Parte dei suoni e delle storie verrano campionate a Venezia, una città da cui Frempong è stata fortemente attratta e che ha visitato molte volte dopo il suo primo viaggio alla Biennale d'Arte all'età di 17 anni.
Sound artist, multi strumentista, producer, Zuli, ovvero Ahmed El Ghazoly, opera nella scena alternativa clubbing del Cairo e in quella elettronica con il Kairo Ist Koming (KIK). A livello internazionale vanta collaborazioni con Aphex Twin, Autechre, Ben Ufo, Bradley Zero e Richie Hawtin. A Venezia propone un set che intesse voce umana e nuove tecnologie, esplorando la capacità di questo affascinante strumento umano di “esprimere idee musicali attraverso metodi diversi come il campionamento e la correzione del tono (tramite Autotune, Melodyne e vari software)”.
Biennale College
In sintonia con il tema del Festival, Biennale College affronta quest’anno “le potenzialità drammaturgiche della voce, promuovendo nuove opere musicali a cappella, installazioni sonore e performance site specific sempre dedicate alla voce e dislocate in diversi luoghi della città di Venezia” (L. Ronchetti). I programmi di seminari teorico-pratici che coinvolgono i giovani artisti selezionati, articolati in diverse sessioni tra aprile e settembre e guidati da una squadra di tutor (Samir Odeh-Tamimi, Jennifer Walshe, Andreas Fischer, Guido Barbieri, Thierry Coduys, Guglielmo Bottin, Roberto Benozzo, Catherine Simonpietri) si concluderanno con la presentazione di sei opere originali e l’esecuzione di importanti pagine di musica vocale contemporanea.Dalle 154 partecipazioni da 26 Paesi diversi, sono stati selezionati 4 compositori, 3 performer, 1 ensemble vocale. Sono i compositori Maria Vincenza Cabizza, Manuel Hidalgo Navas che presenteranno due brani originali per ensemble vocale; i compositori Jack Sheen e Chonglian Yu, che saranno autori di due installazioni sonore site specific utilizzando anche materiali vocali pre-registrati; i performer Daniele Carcassi, Xu Tong Lee, e Agita Reke, che presenteranno performance sperimentali operanti sulla voce pre-registrata; infine l’ensemble vocale Evo costituito da Veronica Bartolomei, Eleonora Braconi, Alessandro Cavazzani, Cinzia D'Anella, Ervin Dos Santos, Emanuele Gizzi saranno interpreti per il Festival di alcune pagine fondamentali della letteratura vocale contemporanea.
La parte elettronica sarà prodotta nella sede del Centro di Informatica Musicale e Multimediale della Biennale di Venezia (CIMM), che metterà a disposizione hardware e software necessari sotto la guida dell’ingegnere del suono Thierry Coduy. In collaborazione con Rai Radio 3 cinque audio-documentari verranno realizzati da Giovanna Natalini per la trasmissione Tre soldi: un diario di bordo del laboratorio compositivo e performativo dei giovani artisti di Biennale College, dall’ideazione alla realizzazione dei loro progetti originali.
Lezioni di musica
Un Festival dedicato alla coralità nella città che è stata officina del contrappunto vocale si confronta con questo antico passato attraverso quattro lezioni di musica dal vivo. In collaborazione con Rai Radio 3 e con la cura di Paola Damiani, il compositore, musicologo e pianista Giovanni Bietti condurrà dalla Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, sede della Biennale, quattro lezioni sulla polifonia vocale veneziana: dai Salmi di Adrien Willaert al Magnificat di Antonio Vivaldi, “per mostrare all’ascoltatore la modernità stupefacente di questa musica, che continua a essere fonte d’ispirazione per molte composizioni d’oggi” (G. Bietti).
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