Art City ha riportato in questi giorni a Bologna l'arte contemporanea. Tra
le tante mostre, alcune anche modeste, consiglio vivamente non dico di vedere
ma di partecipare a quella del tedesco Gregor Schneider all'ex Gam, in
Piazza Costituzione (di fianco al centro vaccinazioni Covid).
Dico partecipare perchè l'operazione di Schneider chiede al fruitore di
mettersi in gioco, individualmente. Il luogo è un appartamento, che l'artista
ha progettato, costruito e che porta letteralmente nelle sedi espositive.
L'appartamento, ora più che mai, è diventato il rifugio rassicurante e
protettivo. Schneider mette in gioco questa percezione, rendendo l’appartamento
il luogo dell’inquietudine, di un sottile disagio psichico. Aleggia una
presenza estranea, niente a che vedere con i film splatter di lunga tradizione,
ci muoviamo in luoghi che crediamo di conoscere perfettamente e in cui invece
ci perdiamo. Siamo confinati ma perdiamo le coordinate del nostro
rifugio/prigione. E siamo soli, anzi, in relazione con altri due
soggetti: l’appartamento e il nostro io. La fruizione dell’opera consiste
appunto nell’accedere da soli all’appartamento, chiudere la porta dietro di sé,
attraversarlo e uscire. Tutto qui, e giustamente Schneider non vuole che si
forniscano altre informazioni. Assicuro che, dopo usciti, i visitatori sono
leggermente turbati, desiderano parlare della loro esperienza. Direi che in
questo caso l’arte un po’ ci trasforma. Ricordo che l’artista vinse il Leone
d’oro alla Biennale di Venezia del 2001, allestendo nel padiglione della
Germania un altro appartamento, che in quel caso riprendeva proprio il suo.
L’installazione è fruibile fino al 16 maggio con le seguenti modalità:
dal 10 al 14 maggio h. 14-20: prenotazione obbligatoria al 051/6496611
oppure recandosi sul luogo e attendendo il primo posto disponibile non
prenotato.
dal 15 al 16maggio , h. 10-20: prenotazione obbligatoria allo
051/6496611
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