MANIFESTAZIONE A RAVENNA: IL FUTURO NON SI TOCCA! 12 MAGGIO ORE 17 PIAZZA KENNEDY

MANIFESTAZIONE A RAVENNA 
IL FUTURO NON SI TOCCA 12 MAGGIO ORE 17 PIAZZA KENNEDY 
l'ultim'ora ci comunica che il Sindaco di Ravenna ha negato Piazza del Popolo e la manifestazione si sposta in piazza Kennedy



 Friday For Future spiega bene nella sua pagina Facebook che sta succedendo a Ravenna, terra da sempre di raffinerie di petrolio e di piattaforme in mare di estrazione di metano, Eni ha creato l'idea di stoccare nei pozzi esauriti di metano la CO2 di provenienza varia, per ricavarne idrogeno. Ma questo processo è altamente inquinante e per ogni unita' di idrogeno prodotto si consumano ben 7 litri di acqua.Il CCS di Eni rallenta la decarbonizzazione, che si richiede contro il riscaldamento globale e sottrae miliardi alla vera riconversione ecologica del sistema energetico e apre la strada all'era dell'idrogeno in mano a poche aziende produttrici ed Eni ha ottenuto che il CCS fosse inserito tra i progetti da finanziare con i fondi del NextGeneretionEU, spacciandosi per transizione ecologica.   

FRIDAY FOR FUTURE :

''Per capire cosa è stato e cosa continua a essere lo sviluppo economico in Italia bisogna andare a Ravenna.

Qui tra le acque e i canneti della laguna sorge uno dei poli petrolchimici più grandi del nostro paese costruito negli anni 50 da Eni.

L’azienda è presente nella zona dalla sua nascita, quando sono stati scoperti grandi giacimenti di metano. Nonostante gli anni l'azienda è la padrona di questa terra, e come racconta un attivista, a Ravenna “ciò che propone ENI è accettato senza fiatare”.
Negli anni '50, in pieno boom economico, il #metano era considerato una grande alternativa a petrolio e carbone, ma dopo 70 anni, migliaia di studi scientifici sulla crisi climatica, eventi estremi e, soprattutto, abbassamento dei costi delle energie #rinnovabili, le istituzioni locali e i sindacati considerano ancora il metano un fonte energetica di transizione, ritardando la decarbonizzazione e scegliendo di dipendere ancora da infrastrutture e aziende che non permettono di rispettare gli AccordidiParigi.
E, mentre ENI chiede a gran voce fondi pubblici per realizzare il progetto di cattura della CO2 (il CCS) e la produzione di idrogeno dal metano, la costruzione di impianti di energia rinnovabile resta impigliata tra le maglie della burocrazia.

Per approfondire la campagna segui la pagina @noccs_ilfuturononsistocca

  


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