di Valeria Del Forno
Tutto è iniziato il 22 ottobre quando a Capoterra, in provincia di Cagliari, un nubifragio è costato la vita a 5 persone. E’ da allora che la Protezione Civile è in costante allarme.
Settimane segnate da violente mareggiate: a Genova onde alte 9 metri hanno rischiato di far naufragare un traghetto proveniente da Barcellona.
E poi: nevicate, grandinate, temporali, su Roma, Sardegna; l'acqua alta, la quarta nella storia, di Venezia, i cui livelli hanno superato perfino quelli del 1966, quando Firenze fu colpita dalla storica alluvione.
Oggi tiriamo un sospiro di sollievo: fin da ieri ci sono stati lievi miglioramenti nel Centro-Nord, mentre per il Sud sarà necessario attendere la giornata di domani.
Il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, in una conferenza svoltasi ieri al Palazzo Chigi, ha garantito che la situazione è senza dubbio sotto controllo. Resta, però, la preoccupazione che il bel tempo comporti un rischio valanghe che sarà elevato in certe zone. Osservati speciali sono in particolare la Valle d'Aosta e il Piemonte che hanno già registrato diversi comuni bloccati a causa della chiusura delle strade.
In Valle d'Aosta sono 4.000 le persone isolate: tra i comuni senza collegamenti Cogne, Valsavaranche e Gressoney.
In Piemonte è stato necessario l'intervento dell'esercito per portare i primi soccorsi agli abitanti delle zone isolate: Prali e la Valle Germanasca nel torinese, Macugnaga nel Verbano-Cusio-Ossola e la Valle Stura al di sopra di Vinadio nel cuneense.
I disagi sono ancora molti: centomila utenze sono senza elettricità , i mezzi spalaneve sono esauriti e già sono in arrivo sette frese dalla Lombardia, in alcuni punti è impossibile sgomberare la strada dalla neve e, in pianura, molti corsi d'acqua hanno superato i livelli massimi di attenzione. Il Po, su tutti, è esondato in due punti nel cuneense.
Spostandoci al Centro-Sud, in Toscana il fiume Ombrone ha ristabilito il suo flusso mentre in Campania, da ieri, sono stati ripresi i collegamenti tra Napoli e le isole del Golfo.
I maggiori danni si contano nel Lazio. Una prima stima supera i 50 milioni di euro: molti automezzi sono rimasti impantanati nel fango e numerose aziende sono state messe in ginocchio dal maltempo.
Il previsto miglioramento delle condizioni atmosferiche è però confortante; ma l'attenzione resta ancora alta sull'Aniene e sui corsi d'acqua minori come il Marta e il Mignone, mentre il Tevere per ora non desta preoccupazioni. Ieri sera, infatti, sono cominciati a scendere i livelli del fiume della capitale: la centrale operativa che si occupa delle rilevazioni parla, infatti, di “trend in discesa" che fa passare la situazione da "allarme" a "preallarme".
I Vigili del Fuoco, che lavorano con il supporto straordinario di sommozzatori, speleologi, soccorso acquatico e nuclei operativi da varie Regioni d’Italia, sono stati impegnati soprattutto nella rimozione e messa in sicurezza dei tre barconi che ostruiscono il flusso delle acque nell'operazione di messa in sicurezza di Ponte Sant'Angelo.
In attesa che Babbo Natale accontenti il popolo italiano, resta comunque un dato positivo: la pronta risposta della Protezione Civile nazionale, sia in termini di prevenzione con un efficiente sistema di comunicazione, sia in termini operativi attraverso interventi di grande qualità , vero esempio soprattutto per le nuove generazioni chiamate ad affrontare la sfida epocale del cambiamento climatico e della difesa dell’ambiente.
Tempo di regali sotto l’albero? Mai come quest’anno gli italiani sono accumunati dallo stesso grande desiderio: una lunga tregua al maltempo.
Tutto è iniziato il 22 ottobre quando a Capoterra, in provincia di Cagliari, un nubifragio è costato la vita a 5 persone. E’ da allora che la Protezione Civile è in costante allarme.
Settimane segnate da violente mareggiate: a Genova onde alte 9 metri hanno rischiato di far naufragare un traghetto proveniente da Barcellona.
E poi: nevicate, grandinate, temporali, su Roma, Sardegna; l'acqua alta, la quarta nella storia, di Venezia, i cui livelli hanno superato perfino quelli del 1966, quando Firenze fu colpita dalla storica alluvione.
Oggi tiriamo un sospiro di sollievo: fin da ieri ci sono stati lievi miglioramenti nel Centro-Nord, mentre per il Sud sarà necessario attendere la giornata di domani.
Il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, in una conferenza svoltasi ieri al Palazzo Chigi, ha garantito che la situazione è senza dubbio sotto controllo. Resta, però, la preoccupazione che il bel tempo comporti un rischio valanghe che sarà elevato in certe zone. Osservati speciali sono in particolare la Valle d'Aosta e il Piemonte che hanno già registrato diversi comuni bloccati a causa della chiusura delle strade.
In Valle d'Aosta sono 4.000 le persone isolate: tra i comuni senza collegamenti Cogne, Valsavaranche e Gressoney.
In Piemonte è stato necessario l'intervento dell'esercito per portare i primi soccorsi agli abitanti delle zone isolate: Prali e la Valle Germanasca nel torinese, Macugnaga nel Verbano-Cusio-Ossola e la Valle Stura al di sopra di Vinadio nel cuneense.
I disagi sono ancora molti: centomila utenze sono senza elettricità , i mezzi spalaneve sono esauriti e già sono in arrivo sette frese dalla Lombardia, in alcuni punti è impossibile sgomberare la strada dalla neve e, in pianura, molti corsi d'acqua hanno superato i livelli massimi di attenzione. Il Po, su tutti, è esondato in due punti nel cuneense.
Spostandoci al Centro-Sud, in Toscana il fiume Ombrone ha ristabilito il suo flusso mentre in Campania, da ieri, sono stati ripresi i collegamenti tra Napoli e le isole del Golfo.
I maggiori danni si contano nel Lazio. Una prima stima supera i 50 milioni di euro: molti automezzi sono rimasti impantanati nel fango e numerose aziende sono state messe in ginocchio dal maltempo.
Il previsto miglioramento delle condizioni atmosferiche è però confortante; ma l'attenzione resta ancora alta sull'Aniene e sui corsi d'acqua minori come il Marta e il Mignone, mentre il Tevere per ora non desta preoccupazioni. Ieri sera, infatti, sono cominciati a scendere i livelli del fiume della capitale: la centrale operativa che si occupa delle rilevazioni parla, infatti, di “trend in discesa" che fa passare la situazione da "allarme" a "preallarme".
I Vigili del Fuoco, che lavorano con il supporto straordinario di sommozzatori, speleologi, soccorso acquatico e nuclei operativi da varie Regioni d’Italia, sono stati impegnati soprattutto nella rimozione e messa in sicurezza dei tre barconi che ostruiscono il flusso delle acque nell'operazione di messa in sicurezza di Ponte Sant'Angelo.
In attesa che Babbo Natale accontenti il popolo italiano, resta comunque un dato positivo: la pronta risposta della Protezione Civile nazionale, sia in termini di prevenzione con un efficiente sistema di comunicazione, sia in termini operativi attraverso interventi di grande qualità , vero esempio soprattutto per le nuove generazioni chiamate ad affrontare la sfida epocale del cambiamento climatico e della difesa dell’ambiente.
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