LA RETE MUSEALE CIVICA DI ROMA: ‘MUSEI IN COMUNE’


di Chiara Di Salvo


Torniamo a parlare di musei e di ottimizzazione delle risorse culturali. In questo articolo voglio fare presente un’esperienza particolarmente riuscita anche in rapporto all’affluenza di visitatori, ovvero quella del sistema museale civico romano “Musei in Comune”.
Due, apparentemente, i motivi del successo: il considerevole numero di spazi espositivi e museali che ne fanno parte e il rilevante complesso di attività istituzionali di studio, conservazione e ricerca, in un progetto di comune elaborazione, produzione e valorizzazione culturale.
Il Sistema coordina risorse umane, tecnologiche e finanziarie al fine di offrire all’utenza attività culturali ed espositive di grande rilevanza, servizi di accoglienza al pubblico e di guardiania, servizi educativi e iniziative didattiche, servizi editoriali e merchandising. Un sistema di biglietterie elettroniche in rete consente prenotazioni e prevendite anche on line, un call center unificato cui rivolgere qualunque tipo di richiesta di informazioni o di prenotazioni, un’immagine coordinata che aiuta ad identificare i siti del Sistema, campagne di comunicazione e promozione mirate per le singole iniziative ma in cui l’idea del Sistema è sempre presente, e la gestione puntuale ed aggiornata di un ottimo sito web.

Oltre ai servizi aggiuntivi propri di un museo, il gestore (Zètema Progetto Cultura, in affidamento dal Comune di Roma) si occupa della valorizzazione dei musei del Sistema Musei Civici, organizzando eventi, mostre, convegni, concerti e iniziative didattiche.
“Musei in Comune” è il sistema dei musei civici di Roma, le cui sedi sono un insieme estremamente diversificato di luoghi museali e siti archeologici tra cui è importante citare: i Musei Capitolini; i Mercati di Traiano; il Museo dell’Ara Pacis; il Museo della Civiltà Romana; la Villa di Massenzio; il Museo di Roma; il MACRO e MACRO FUTUR; il Planetario e Museo Astronomico; il Museo Civico di Zoologia; il Palazzo delle Esposizioni.

« L’obiettivo che ha portato alla sua costituzione è la volontà di gestire in maniera coordinata i musei e i monumenti comunali di Roma per favorirne la conoscenza attraverso una ricca offerta di servizi e di proposte didattiche ed educative » [ Cf. Eugenio La Rocca, soprintendente ai beni culturali del Comune di Roma, Editoriale, art. del 21 aprile 2006, in www.museiincomuneroma.it. ].

Tra gli strumenti che sono stati usati per raggiungere gli attuali buoni risultati è da segnalare l’uso puntuale ed aggiornato di internet con il sito ufficiale www.museiincomuneroma.it, nel quale sono elencati i musei del sistema con la possibilità per ognuno di essi di accedere al proprio sito web, nel quale si può consultare la storia della sede, la carta dei servizi, la galleria fotografica, la didattica e i riferimenti alle mostre o agli eventi in corso. Sempre nel sito, si possono trovare informazioni inerenti gli orari d’apertura, il prezzo dei biglietti e l’accesso per disabili.

È anche possibile consultare la bibliografia presente nel sito, richiedere le fotoriproduzioni, contattare l’ufficio amministrativo o il gestore del sistema (in questo caso risulta sempre Zètema).
Si può scorgere, nella struttura della mappa web e nei dettagli offerti, lo studio e l’utilizzo del progetto Museo&Web di MINERVA di cui abbiamo visto lo sviluppo europeo ed italiano nei precedenti articoli.

I dati che ho elencato sembrano i normali servizi che un museo deve possedere per funzionare correttamente e valorizzare il proprio patrimonio. Lo sono, tuttavia si tenga presente che purtroppo non sempre in Italia questa realtà è La realtà. Si ricordi il caso MINERVA e il progetto Museo&Web…
Inoltre, esternalizzare i servizi (legge Ronchey 1993) non sempre riesce a creare una vera e propria ottimizzazione delle attività museali poiché, spesso, si ha la sensazione che si dia più risalto alla cartolina del bookshop piuttosto che alla mostra allestita.

Invito a navigare all’interno del sito www.museiincomuneroma.it e a fare un breve confronto con il sito del Polo museale romano (articolo del 4 febbraio 2009 – IN4LATI) che, per assurdo, non sembra creato per la promozione del patrimonio della soprintendenza di Roma: www.galleriaborghese.it. Si ricorda che non esiste un sito creato per il Polo romano ma si accede tramite quello della Galleria Borghese.
Riporto questi due esempi romani per cercare di spiegare come, indipendentemente dalla realtà in cui si opera (nord, centro, sud, metropoli o provincia), gli stimoli per gli addetti ai lavori non dipendono sempre e solo dal budget di partenza (sembra chiaro che sia il Comune di Roma che la Soprintendenza possono stanziare una cifra-base per un buon sistema museale che colleghi e valorizzi i propri siti) ma spesso dalle intenzioni delle singole personalità che le gestiscono.
Forse, almeno questa volta, la gestione delle risorse ha combaciato con la realizzazione degli ideali.

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