di Bartolo Lorefice
Il governo della Regione Sicilia è il peggiore degli ultimi 50 anni, a causa dei parassiti, degli ascari e degli speculatori. Non è la dichiarazione di un estremista di sinistra oppositore del governo della Sicilia, bensì dello stesso Raffaele Lombardo, il governatore in persona.
Un giudizio provocatorio, un giudizio polemico che ha più il sapore di una velenosa frecciata (indirizzata al Pdl che quello di una autocritica radicale. Lombardo (lider maximo del Movimento per l’Autonomia) ha usato questa pesante espressione, dopo che il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio (Pdl) aveva parlato del “peggior governo degli ultimi 15 anni”. Considerando che Mpa e Pdl governano insieme la Regione Sicilia, non si capisce cosa stia accandendo.
La verità è che ormai è scontro totale tra Pdl da una parte, e Mpa e Lombardo dall’altra. Infatti si profila un azzeramento del governo regionale siciliano, con la fuoriuscita dei rappresentanti del governo berlusconiano.
Le cose starebbero così: Salvatore Cuffaro (Udc) vorrebbe togliere deputati e rappresentanti istituzionali all’Mpa di Lombardo, alleato con Gianfranco Micciché. Quest’ultimo sarebbe in guerra col presidente della Provincia di Catania, con il ministro Alfano e con Renato Schifani. Intanto l’Mpa non ha avuto scrupoli a stringere alleanze e accordi elettorali con il Partito democratico in vista delle elezioni amministrative di giugno. Non dimentichiamo che, intanto, un assessore e un consigliere regionale dell’Udc sono indagati per associazione mafiosa e voto di scambio.
Si realizzerà in Sicilia un governo istituzionale? Il senatore Giovanni Pistorio, che rappresenta l’aria laica e di sinistra del Mpa, lo ventila, e lo propone come soluzione allo stato di estrema conflittualità che paralizza il governo regionale.
Gli aspetti legali della questione non sono affatto espliciti, ma quel che conta in questa fase è la misura del conflitto politico, la sua insanabilità e la concreta possibilità di una svolta al vertice della Regione: un governo nuovo di zecca con Lombardo alla guida. A meno che 46 deputati non firmino la fine della legislatura con una mozione di sfiducia che, approvata, manderebbe a casa sia Lombardo quanto l’intero Parlamento. Sarebbe la conclusione anticipata della legislatura, la seconda di fila, dopo quella provocata dalla condanna di Totò Cuffaro. E questa prospettiva non fa piacere ai deputati, perché le campagne elettorali sono costose e non c’è affatto certezza che si ritorni nello scranno conquistato appena un anno fa.
La malavoglia del Parlamento di chiudere battenti è lo zoccolo duro di una crisi che, altrimenti, non avrebbe altro sbocco che la “denuncia” dell’alleanza da parte del Pdl e dell’Udc.
I due partiti che marcano a uomo Lombardo hanno motivazioni comuni e motivazioni diverse. Il Pdl ha avversato aspramente i provvedimenti del governo Lombardo sulla sanità, i superburocrati e i contributi alle associazioni e agli enti, ha rivendicato un ruolo più forte ed un coinvolgimento più “penetrante” nelle decisioni: l’Udc aggiunge a tutto questo la clamorosa rottura del rapporto di amicizia fra Cuffaro, che fu sponsor elettorale di Lombardo e che si sarebbe sentito “tradito” dall’ex amico ed alleato al punto da promettere ai suoi fans, nel corso di una recente convention, una emorragia di personaggi importanti del Mpa grazie ad un’azione di acquisizione sistematica ed efficace.
Ciò che succede in questi giorni in Sicilia non ha precedenti sia per la durezza dello scontro politico sia per il fatto che esso si svolge esclusivamente all’interno della maggioranza di governo quasi che l’opposizione fosse fuori, totalmente fuori, dal “quadrato”. Non stare sul ring, tuttavia, non può indurre all’ottimismo i rappresentanti delle opposizioni siciliane; le motivazioni poco nobili che provocano il conflitto nella coalizione di maggioranza non suscitano alcuna reazione negativa in termini di consenso elettorale. Il dato essenziale è, infatti, l’assenza dell’opposizione dal dibattito accesissimo. E’ la legge ferra della comunicazione, non altro.
Ora si tratta di capire che cosa sia e come può reggersi il governo istituzionale cui Giovanni Pistorio aspira e che Lombardo dovrebbe realizzare.
Lo scenario possibile è l’accordo con l’Udc, assai improbabile, o con una parte del Pdl, l’area vicina a Gianfranco Miccichè, la cui consistenza non è allo stato prevedibile red in caso di scelte traumatiche ancora più imprevedibile.
La cosa certa è che, tra assessori indagati per voto di scambio e veti incrociati che immobilizzano il governo, non ne esce fuori una bella immagine. Ne esce un quadro sconsolante, con le istituzioni democratiche offese e vilipese. La solita Sicilia insomma, quella della coppola e della lupara…
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