Attenti al satiro!

di Vincenzo Jacovino


E così, anche nei piccoli centri come nelle metropoli del Paese si è infoltita la rigogliosa flora boschiva necessaria per accogliere ninfe e ninfette a folleggiar giulive per monti e per boschi. Utili sono state le settimane di inchieste e interviste perché hanno ben concimato il territorio tanto da renderlo pronto ad accogliere il volgo. Questi, ormai, è sempre più avvolto dal sonno e sempre più disposto a tener dischiusi gli occhi per adagiarsi, placidamente, nella luce diffusa che il bosco effonde. Le inchieste e interviste, come le mancate risposte alle solite richieste, hanno acquietato l’animo (fiero?) dei più, blandendolo così il furbo satiro può e potrà, ancor più in futuro, adornar di fiori e di cadeau la sua lancia.

Il paesaggio di ogni angolo e contrada del Paese sarà sin da ora più bello e ricco e nei colori e nelle procaci presenze che in attesa di lasciarsi rapire anche da un leggerissimo refolo di seduzione folleggeranno per l’aere boschiva e lungo sentie-ri e viottoli in compagnia della loro

Dorica nudità, senza camicia (Anacreonte)

L’ambiente agreste del terzo millennio, purtroppo, è costituito da un susse- guirsi di onde su onde che come liane si lanciano da un fusto all’altro, da un ramo al successivo portando con sé immagini su immagini di ninfe e paraninfe che

senza batter ciglio vanno dritte.

San tutto a meraviglia le signore e persino

di gusto rimirano un bel bischero robusto. (Marziale)

Ora le fanciulle in fiore si cullano su quell’onda fin troppo lunga di questo nuovo ambiente agreste nascente. Non c’è più bisogno di tutta la panoplia della seduzione perché sono più che sufficienti i dispersi Giardini d’Italia con viste sul Tirreno. E così in tutte le città e cittadine e contrade del bel Paese ci sono frotte di

Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche (Neruda)

che attendono speranzose. Scampo più non c’è; ora, attenti al satiro! pardon, attenti ai satiri gaudenti.


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