ECOLOGIA ACHTUNG!
Le insidie dei temi ambientali


Pillole di BIOARCHITETTURA
ARCHITETTURA BIOECOLOGICA


Il rischio è reale, e cioè che l’ecologia, e tutte le discipline ad essa collegate, diventino l’alibi per varie operazioni “sporche”; dimenticarsi del sociale, non combattere più per un mondo più equo e libero, oppure far passare per progetti ecologici e/o sostenibili “vaccate” progettuali mascherate con qualche bandierina-eco/travestimentale.

La tecnologia, l’innovazione, la scienza non sono dei valori in sé, ma devono essere sviluppati nella direzione di un uso pacifico e benefico, sotto il controllo della maggior parte delle persone o organizzazioni competenti possibili.
Questo non vuol dire essere contrari a prescindere, ma cercare di analizzare la realtà che ci circonda con la massima attenzione (se non si hanno le conoscenze tecniche sufficienti delegare ad organismi indipendenti e accreditati, una moda molto italiana è quella di voler dare, tutti, un giudizio su tutto; fatti di cronaca, scienza, tecnologia, sport, ecc. ecc.)
Nel campo dell’architettura, come in molti altri campi, si moltiplicano i casi di proposte e professionisti o ditte “sostenibili”, fino al giorno prima totalmente digiuni, c’è un grande effetto moda (vedi Gaber; “Quando è moda, è moda”. di Gaber – Leporini), pericoloso perché fa abbassare la guardia sull’effettiva qualità dell’intervento. Si dovrebbe sempre valutare l’effettiva rispondenza ai principi enunciati, ognuno di noi (relativamente al proprio campo) ha diritto di valutare anche il più importante architetto, scienziato o istituzione.

La moda è rischiosa, perché spesso si sale sulla barca del momento per conformismo, senza un reale interesse e impegno, facendo ciò che fanno gli altri, poco criticamente.
Questo porta molte persone ad allontanarsi dal movimento ecologico e similare, per una sovraesposizione di questi temi da parte della cultura di massa, che mischia spesso in un unico calderone ciò che è realmente una necessità vitale per la salvaguardia del pianeta ad atteggiamenti che possono avvicinarsi allo snobismo.
Spesso si dice che solo chi se lo può permettere pensa “verde” (senza connotazione politica), e spesso è così, vedi i prodotti biologici e ancora in parte i prodotti di bioarchitettura, e questo sta succedendo a scala globale con la riduzione delle emissioni di CO2, dove i paesi più poveri non possono accollarsi le spese necessarie ad inquinare meno, e quindi il rischio è che si indebitino nuovamente con i paesi più ricchi, aggravando nuovamente il loro debito.

Al momento le energie rinnovabili fanno sperare in un futuro di energia gratuita per molti, soprattutto chi abita in edifici nuovi e ben progettati, o con possibilità spaziali maggiori.
Ma per la maggior parte della popolazione che abita in vecchi edifici collettivi, dove questi standard ecologici non possono essere raggiunti facilmente, cosa succederà? Si indebiteranno anche loro con qualche banca per posizionare i loro pannelli fotovoltaici o solari in punti più lontani del normale, magari in grossi impianti collettivi, facendo tornare i prezzi per la maggior parte delle persone ai livelli attuali (?).

L’analogia che fa Rifkin fra il Web e la Rete di energia (rinnovabile) prodotta da ciascuna futura cellula abitativa (potenziale produttore di energia) è corretta; il web si è diffuso enormemente creando una comunità abbastanza libera di lettori, ascoltatori musicali, spettatori di vario genere (scaricatori di mp3, film, immagini, programmi, ecc) e commentatori, a costi sempre più bassi, ma come sarà il futuro? Le richieste di limitare la rete sono frequenti, a parte alcuni paesi totalitari dove è saldamente controllata. E i costi? Le multe? Gli hacker?
Così il futuro delle energie rinnovabili e della bioarchitettura come risparmiatore-produttore di energia e qualità sarà veramente libero? E come regolare le differenze fortissime tra chi potrà e chi non potrà produrre la sua energia? Ci saranno anche lì gli hacker? I famosi eco-terroristi di ogni buon film futur-catastrofista-realista.



Nella prox puntata:::: Sostenibilità


Immagine:Prato - bozzetto

ALESSANDRO DE SANCTIS


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