I luoghi della musica

Giuseppe Gavazza


Il 29 ottobre del 1787 andava in scena - con grande successo - nello splendido Stavovské Divadlo (Teatro Nazionale di Stato) di Praga la la prima rappresentazione de Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni, K 527 con le musiche di Wolfgang Amadeus Mozart. Seconda opera della trilogia di opere “italiane” di Mozart scritte su libretto dell'abate veneziano Lorenzo Da Ponte (che negli stessi anni scriveva libretti anche per il soccombente rivale di Mozart, Antonio Salieri) il Don Giovanni segue Le nozze di Figaro, ossia la folle giornata K492 rappresentata in prima al Burgtheater di Vienna il 1° maggio 1786 e precede Così fan tutte, ossia La scuola degli amanti K588, che andò in scena nello stesso teatro di Vienna il 26 gennaio del 1790.

L'Opera settecentesca era tutta italiana e “doveva” essere cantata in italiano anche quando i compositori erano stranieri; insomma qualcosa di simile a quello che succede oggi nella musica pop con la lingua inglese. Mozart si scelse un eccellente paroliere in Da Ponte tant'è che la trilogia “italiana” di Mozart è un riferimento monumentale e assoluto nella storia della musica.

Tre capolavori come Nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte composte tra il 1786 e il 1790, nell'arco di soli 4 anni fanno impressione: se poi guardiamo il K (iniziale di Ludwig Ritter von Kochel che nel 1862 redasse il Catalogo cronologico tematico di tutte le opere di Wolfgang Amadeus Mozart) che segna le opere e consideriamo che è il numero di catalogo delle composizioni ci rendiamo conto che molte altre cose furono scritte da Mozart in quei pochi anni: sonate, sinfonie e altri capolavori. Incredibile.

Ma Mozart doveva correre: nei due anni seguenti compose Die Zauberflöte (Il flauto magico) K620, un Singspiel (opera in lingua tedesca con lunghe parti parlate) su libretto di Emanuel Schikaneder che andò in prima a Vienna il 30 settembre 1791 cui seguì La Clemenza di Tito K621 che vide la prima il 6 settembre 1791 nello stesso teatro della prima di Don Giovanni, lo Stavovské Divadlo di Praga.
Il 5 dicembre dello stesso anno Mozart morì, all'età di 35 anni.

Le circostanze misteriose della morte di Mozart, la sua vita, il suo genio, la rivalità con Antonio Salieri, tra realtà e leggenda, sono ben conosciute anche grazie ad
Amadeus – il film di Milos Forman che vinse 8 Oscar nel 1985 – che fu in gran parte girato proprio qui a Praga.

La sera di lunedì scorso, 10 maggio, nella splendida sala dello
Stavovské Divadlo ho assistito ad una bellissima rappresentazione di Kouzelná Flétna, insomma di Die Zauberflöte, cantato e recitato in lingua ceca. Non ero mai stato in quel teatro e neppure nella splendida città di Praga: la suggestione del luogo, della città e del teatro legati a Mozart dalla realtà delle cose e della storia (e dalla rappresentazione del cinema) sono state grandissime e l'emozione ha reso ancora più profonda la magia di un opera che ogni volta mi sorprende perché riesce a far rivivere emozioni profonde narrando in musica una favola solo in apparenza semplice, ingenua e infantile. La magia e il mistero del Flauto Magico come delle opere “italiane” capolavori di Mozart è proprio li: al di la della bellezza straordinaria la musica riesce a raccontare storie che ogni volta mi fanno pensare “Accidenti, Mozart della vita aveva davvero capito proprio tutto” e riusciva a raccontarlo con la musica forse perché solo con un linguaggio allusivo come la musica si può davvero raccontare tutta la verità.

Tra poco, stasera, venerdì 14 maggio, nella stessa sala del
Teatro di Stato Nazionale di Praga va in scena il Don Juan di Molière: chissà cosa avranno da raccontarsi i fantasmi del palcoscenico dei Don Giovanni teatrale e musicale, di Mozart e di Molière.

Ad accompagnare la foto scattata prima dell'inizio della rappresentazione come altre volte ho collegato un frammento di suoni dal vivo, i pochi minuti che precedono il magico momento dell'attacco: qui senza preavviso, risuonano le tre ripetizioni delle tre triadi (accordi di tre suoni) in mi bemolle maggiore, tonalità con tre bemolli in chiave. Il numero tre è un numero importante anche per la simbologia massonica che percorre tutta la storia narrata dall'opera di Mozart-Schikaneder: altro che “
opera che narra una storia un poco stucchevole in virtù dell'argomento infantile trattato” (cito a memoria) come avevo letto in un vecchio spartito ormai smarrito per canto e pianoforte del Flauto magico, in lingua italiana, stampato ad inizio '900, se ricordo bene, dalle Edizioni Ricordi.

Post a Comment

Nuova Vecchia