Concorsi pubblici, co.co.pro e Curricula. C'è chi si occupa anche solo di questo


di Chiara Di Salvo

Siamo alla fine del 2009, ci dicono che la crisi sta passando e che il 2010 sarà l'anno della ripresa.

Di fatto, i co.co.co. non esistono più soppiantati da tempo dal modello co.co.pro. che, pare, avrà vita breve pure lui.

Il contratto a progetto, regolato con d.lgs 276/03, avrebbe il fine di limitare le collaborazioni coordinate e continuative che, attraverso un personale pagato poco, celavano lavori di dipendenza.

In realtà le co.co.co. non sono state abrogate definitivamente ma continuano ad essere presenti in particolari casi come nel settore pubblico, nelle professioni intellettuali o per prestazioni nei limiti di 30 giorni e con 5 mila euro annui.

II collaboratore a progetto non è considerato dal d.lgs.276/03 un lavoratore dipendente, bensì autonomo! E la sua attività consiste nel portare a conclusione un progetto che può e deve essere gestito autonomamente rispetto al potere disciplinare del datore di lavoro. Dunque, prima formalità da rispettare, è la presenza di un contratto scritto e deve indicare: la durata determinata o determinabile del progetto; il contenuto del progetto o programma di lavoro (o fasi di esso); la retribuzione (e i criteri per la sua determinazione), i tempi e le modalità del pagamento e dei rimborsi spese; le modalità del coordinamento, anche temporale, con il datore di lavoro; le misure di tutela della salute e sicurezza.

La cosa interessante però è che moltissime società che reclutano ragazzi per i call center li obbligano al full time e ad orari rigorosi...Molte agenzie, società, ditte e studi associati di vario genere fanno lo stesso per reclutare persone al minimo della spesa, promettendo uno stipendio base di 400 euro a full time (che per 12 mensilità porta a 4.800 euro) e la possibilità di aumentarlo con le provvigioni di vendita (vendere cosa? E sopratutto: in un periodo di crisi così grande quante potrebbero essere le provvigioni per i pacchetti che si riescono a vendere?). Sottolineo 400 euro a full time.

Ci restano i concorsi. Forse.

Concorsi che poi sono sempre meno e con domande sempre più assurde:

Test di Logica:

n. 144 - Michele è un tipo strano. Si affida sempre al caso. Dovendo sposarsi sceglie a caso anche la data della cerimonia. Secondo voi, in quale di questi mesi è più probabile che si celebri il matrimonio?(R. dicembre – febbraio – giugno - aprile)

Test di Scienze:

n. 1- Nella specie umana, l’ultrafiltrato ottenuto a livello della capsula di Bowman del neurone è costituito in condizioni normali da: (R. acqua, glucosio, urea, sali – acido urico, acqua – acqua, ammoniaca – acqua urea, urina). Domande poste al quiz per il concorso pubblico per 397 Assistenti alla vigilanza, sicurezza, accoglienza, comunicazione e servizi al pubblico – c.fr. articolo Terpress del 25 febbraio 2009, in archivio.

Prima i concorsi si bandivano per cercare personale da inserire nella struttura e il numero dei posti variava di qualche decina. Ora, sempre più spesso si bandiscono per regolarizzare lavoratori precari che operano da tempo presso l'ente in questione e si trovano a dover cambiare tipologia di contratto pena il “licenziamento”. Poiché spesso questi lavoratori sono laureati esperti nel loro mestiere e soprattutto competenti nell'ambito in cui hanno prestato servizio anche per anni, risulta giustamente molto più facile trovare un modo per confermarli che cercare altro personale da riformare interamente, quindi il concorso alla fine è bandito per una o al massimo per 3 persone.

Con tutti i progetti che i giovani hanno in mente da realizzare, con tutte le idee che porterebbero alla creazione di un circuito economico di rilievo tra eventi culturali, musei aperti ad oltranza, concerti, video proiezioni, mostre itineranti o stabili...con tutta la voglia che c'è di lavorare e di lavorare bene...che motivo c'è di eliminare sempre più spesso eventi culturali, notte bianche (che davano da lavorare ad un sacco di ragazzi, sopratutto universitari) e tutto quello che risulta un'appendice della cultura? Perché considerare sempre e soltanto l'azienda, la ditta il vero motore dell'economia? Perché siamo costretti, tutti e sottolineo tutti, a cercare lavoro anche in nero e come barista se i soli annunci di lavoro sono per ragionieri e segretarie amministrative? Quante enciclopedie devo vendere (con tutto il rispetto per chi le produce e le vende) per arrotondare i miei 400 euro al mese full time?

Ma allora, consapevoli di questi pagliativi, consapevoli che abbiamo bisogno “solo” di un progetto per lavorare...cosa ci rimane da cercare?

Non lo so. Personalmente posso dire di aver bussato a tre città, vissuto in due e ora mi butterò sulla quarta.

Quando mi si fa questa domanda: « Ah, che bello, sei una restauratrice e una storica dell'arte! E ora di cosa ti occupi?» io rispondo: « Sono una storica dell'arte occupata nella preoccupazione di occuparmi ».


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