Sostenibilità dell'architettura


















Isabella Guarini
Dell'insostenibilità e sostenibilità delle grandi opere d'architettura contemporanea.
Riferito all’architettura il concetto di sostenibilità implica non solo la scelta delle tecnologie eco-compatibili, ma anche una revisione del modo di essere delle funzioni e delle attività umane. Il risparmio di territorio è un elemento essenziale per la qualità ambientale delle città che, nella economia globalizzata vanno, invece, assumendo una dimensione illimitata, specialmete in altezza. Paradossalmente, nell’epoca delle risorse limitate, si realizza il sogno dell’architettura illimitata, il Grattacielo alto un miglio di Frank Lloyd Wright.
Grazie all’high tech è possibile costruire edifici giganteschi ad alto consumo, costruire per meravigliare più che per fare abitare. Così appaiono i tanti edifici della global architecture caduti sulla superficie terrestre come astronavi.


Se così è per l’architettura contemporanea, in un mondo abitato da miliardi di persone, non lo fu nell’antichità. Le Piramidi d’Egitto, solo a prima vista potrebbero entrare dell’elenco delle architetture il cui fine è la meraviglia. In realtà, a prescindere dalla funzione religiosa e politica che rappresentavano, le Piramidi sono da considerarsi i prototipi dell’architettura biosostenibile, perché fatte di sabbia e roccia desertica, la cui costruzione avveniva secondo i ritmi delle piene del Nilo. Infatti, gli operai addetti alla costruzione della Piramide, ufficialmente sepolcro del Faraone, erano in parte contadini costretti ad abbandonare le terre per le piene del Nilo e che si recavano a lavorare presso il cantiere della Piramide, dove sopravvivevano fino a al ritiro delle piene che lasciavano il fertile limo sulle terre da coltivare. In termini sindacali diremmo che la costruzione della Piramide serviva ad assorbire momentaneamente gli “esuberi” dell’agricoltura, rappresentando un ciclo completo di sostenibilità ambientale e sociale.

Così avveniva anche per le grandi Cattedrali Gotiche e, seguendo il filo storico delle grandi opere d’architetttura, il ciclo naturale va man mano spezzandosi per il prevalere delle tecnologie industriali che hanno finalità sempre più divergenti rispetto al costruire per far abitare. Questa premessa è necessaria per evitare posizioni rinunciatarie del tempo in cui si vive e per ritrovare il senso del costruire nella contemporaneità.
Un esempio classico del costruire per esposizione del potere tecnologico raggiunto dalle Nazioni odierne, sono i grandi edifici per i grandi eventi internazionali, come le Esposizioni universali, Olimpiadi e altro che, lasciano dietro di sé, consumo di territorio ed elevati costi di manutenzione che le comunità non si possono consentire, dopo l’esplosione di notorietà per l’occasione.

Le opere per le Olimpiadi e le Esposizioni Universali sono un vero tormentone e richiedono impegni sempre più onerosi e dannosi dal punto di vista ambientale, senza considerare i cambiamenti notevoli che tali attività subiscono per l’affermarsi delle nuove tecnologie della comunicazione che consentono di prendere visione in tempo reale di tutto ciò che si produce e avviene.
Tuttavia, è molto difficile sradicare sistemi consolidati intorno a forti interessi, ma la crisi comincia a fare breccia nel pensiero dei costruttori globali. Così lo Stadio per le Olimpiadi di Londra del 2012 è pensato per essere smontabile e si pone in continuità con la tradizione del Palazzo di Cristallo dell’Esposizione di Londra del 1951, realizzato con il sistema componibile Paxton per liberare ,così, l’ampia superficie occupata temporaneamente!





















































































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