Mauro Villone
La comunità internazionale è basita ancora una volta per quanto accaduto a Calcutta, nel Bengala, dove una ragazzina è stata più volte stuprata e poi bruciata viva. Un’occasione per aprire gli occhi su quanto accade a milioni di bambini in tutto il mondo.
Bambina di villaggio dell'Orisha, India orientale - ©mvillone
La
comunità internazionale è basita ancora una volta per quanto accaduto a
Calcutta, nel Bengala, dove una ragazzina è stata più volte stuprata e poi
bruciata viva. Un’occasione per aprire gli occhi su quanto accade a milioni di
bambini in tutto il mondo. Non è mai troppo tardi, mentre siamo occupati nelle
nostre crisi occidentali che non ci permettono più di cambiare auto ogni due
anni. Ah, mi sembra opportuno sottolineare che non si tratta di passionale
moralismo, bensì di gelidi numeri. Secondo stime UNICEF i bambini di strada nel
mondo sono 250 milioni (250.000.000), ma si tratta ovviamente di stime di
massima poiché è praticamente impossibile fare un censimento. Ovviamente questi
bambini sono facilissima preda di maniaci, trafficanti di crack e trafficanti
di organi e di schiavi. Solo in Brasile sono circa 50.000 i bambini che
spariscono in Brasile ogni anno, per lo più per stupro seguito da omicidio
(Fonte: Governo brasiliano). Nei sobborghi di Rio bambini abbandonati vagano in
mutande alla ricerca di cibo e, spesso, anche di droga. Crack per porre fine
alle proprie sofferenze. Se non fosse per persone che decidono di alzarsi e
lottare per conto loro (privati, missionari, volontari) tutta questa gente
sarebbe abbandonata a se stessa.
Per
tornare all’orrore di Calcutta che è anche peggio occorre “sapere” che accade
questo. Sono stato a Calcutta alcuni mesi fa e quasi per caso mi sono imbattuto
in un giovane che lavora nell’ambito del turismo da molti anni, Rupak
Chatterjee. Anni fa scoprì che centinaia di migliaia di bambine e bambini
indiani vengono comprati a cinque, sei anni, letteralmente per pochi euro nei
villaggi affamati. Vengono poi rinchiusi in capannoni e ridotti in schiavitù per
anni, dove rimangono fino all’età di circa sedici o diciassette. Vengono
stuprati più volte al giorno da adulti che pagano per il servizio. Nessuno
escluso, compresi funzionai governativi. Sopravvivono con un po’ di riso e
acqua ogni giorno. Se qualcuno non ce la fa non importa, tanto il vivaio è
enorme. Quando non hanno più mercato perché vecchi per i maniaci che amano la
carne fresca, vengono ributtati in strada. I più hanno ormai perso la ragione,
alcuni non hanno altra scelta che mendicare o continuare a prostituirsi, mentre
i più scafati entrano nel giro e diventano manager del sesso. Rupak ha deciso
di lottare contro questo orrore e ha avviato un progetto di denuncia e di
raccolta fondi internazionale per tirare fuori dai pasticci questi bambini uno
per uno, ricomprandoli.
Naturalmente
tutto questo non avviene solo in India e in Brasile, ma anche in Vietnam,
Thailandia, Cambogia, Bengala, Messico, Colombia e in qualsiasi altro posto
disgraziato del mondo, ma anche in sacche degradate di Italia ed Europa. Mentre
la comunità occidentale si lecca le ferite causate più che altro dalla
cupidigia di pochi, molti dei quali tra l’altro acquirenti di sesso malato in
giro per il mondo, per le strade di tutto il pianeta si consumano tragedie e
stragi silenziose. Buon Anno.
PS: A breve Rupak
Chatterjee mi raggiungerà in Brasile, dove studieremo alcune azioni da fare insieme per tentare di aiutare i bambini di Calcutta. Chi volesse sostenere il progetto di denuncia e di raccolta fondi può scrivermi a mauro.villone@gmail.com. Grazie
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