Musica corrotta



Pre Premessa

Avendo a che fare con files, inclusi quelli audio, spesso incappo nel messaggio di avviso “Non é possibile procedere: file corrotto” e mi sforzo voyeuristicamente d’immaginare come, nell’algido e asessuato mondo digitale, si configuri, si esprima, si pratichi, si rappresenti qualcosa di corrotto.


In Francia c’é uno storico settimanale di musica rock che ha un un bel titolo che, portato in italiano, non perderebbe il senso ma diventerebbe spigoloso e scomodo da pronunciare: Les Inrockuptibles.
Sesso, droga e rock’n roll: la musica trasgressiva ha incrociato spesso trasgressione erotiche e sessuali e la corruzione esiste, in chiave intelligentemente ironica, nella bella canzone del grandissimo GG, Giorgio Gaber, Il corrotto, che potete godere cliccando qui.
Premessa
Quando l’amico fRranz, il mio principale pusher di informazioni di cultura, arte e spettacolo, mi ha segnalato Fish&Chips, International Erotic Film Festival - arrivato a Torino alla sua quarta edizione senza che me ne fossi accorto - ho seguito il link e aperto la pagina: la prima cosa che ho ascoltato e guardato é stato il trailer.
Donato Sansone ed Enrico Ascoli sono un team di lavoro eccellente, conosciuto e riconosciuto (hanno anche vinto premi importanti), con un proprio stile ben riconoscibile e questo esempio non delude: impeccabile per raccontare i contenuti del festival.
Proprio la coerenza del sound e di questo audio&video di per sé evidentemente erotico anche al solo ascolto mi ha suscitato la domanda: esiste un sound erotico? Si può fare erotismo e pornografia con il suono, la musica? (*1)
Ho seguito il festival in tutte le occasioni possibili (ho seguito circa i 2/3 delle proposte) proprio con questa intenzione: ascoltare i film.


Intenzioni


La prima idea é stata quella di indossare sempre una mascherina copri occhi per concentrami sull’ascolto senza distrazioni date dalle immagini; idea problematica per diverse ragioni.
Avendo occasioni one shot per i film avrei perso del tutto il rapporto suono immagine: ho riascoltato il trailer senza video, l’ho rivisto muto e rivisto completo più volte (apriva ogni sessione ai cinema) e sarebbe stato interessante (ma molto impegnativo) fare qualcosa di simile con l’intero festival; evidentemente inattuabile.
Presentarsi al cinema a guardare un film erotico con una mascherina sugli occhi mi avrebbe imbarazzato terribilmente: chissà quale intenzioni mi sarebbero state attribuita, tranne quella reale, poco prevedibile; e l’imbarazzo mi avrebbe impedito un ascolto sereno e concentrato che, probabilmente, sarebbe risultato noioso: non tutti i film portano attenzione al sound e un ascolto in cieco di ore sarebbe stato pesante, impegnativo e inutile.
La scelta é stata quella di essere spettatore normale focalizzato sull’ascolto.
Premetto che non avevo ipotesi all’inizio, non ho una tesi da sostenere e difendere e, alla fine, non ho trovato una risposta alla mia domanda: resta una domanda sospesa ed un invito ad ascoltare il cinema di ogni stile e genere. Come si usa dire “andiamo a vedere un concerto” mi piacerebbe, da musicista, ascoltare qualche volta l’asserzione - inconsueta ma non più paradossale della precedente – “andiamo ad ascoltare un film”.


Resoconto


Racconto qui impressioni libere e disordinate, riportate a memoria e polarizzate quindi dall’attenzione all’ascolto.
Uno degli eventi paralleli é stato Ginger&Glamour, mostra di manifesti e locandine erotico/pornografiche da collezione: interessante leggere, nomi di compositori di colonne sonore conosciuti, professionisti di alto livello del cinema di “normale” diffusione. Diversamente dall’abitudine frequente di nomi di fantasia per registi, attrici ed attori, per le colonne sonore, quindi, anche i famosi non si mimetizzano dietro uno pseudonimo: un indizio che la musica può forse essere erotica ma non pornografica (pornofonia)?
In un breve dialogo con uno storico del cinema all'uscita ho avuto conferma che anche quando la musica é presente nel film, il musicista può essere assente dal set: spesso accade che il compositore non faccia parte dello staff. Probabilmente, nel cinema erotico, come in quello non erotico, spesso il compositore propone un catalogo di musiche nuove, composte in precedenza (e forse non ancora utilizzate), riviste e ricomposte ed il regista sceglie ciò che gli pare appropriato, in qualche caso chiedendo qualche arrangiamento per adattare alle esigenze di narrazione, di montaggio o di durata. Qualcosa come la scelta degli apparecchi di illuminazione in margine ad un progetto architettonico.
Le collaborazioni regista-compositore nella storia del cinema esistono e sono conosciute: così come ci sono registi che hanno usato spesso brani non composti per il cinema, da concerto, di alcuni compositori da loro prescelti; suppongo che anche nel cinema erotico - incluso quello pornografico confinato alla distribuzione a luci rosse e al commercio privato di nastri, dvd, video in download – esistano collaborazioni strette e creative, progetti comuni in cui suono e immagine non sono casuali o scelti da catalogo, ma sinergici.
Di certo ho avuto conferma di qualcosa che già avevo verificato: spesso i progetti di collaborazione creativa suono-immagine sono presenti nei cortometraggi, in particolare in quelli di animazione o, almeno non narrativi; il trailer del festival, é un bell’esempio, confermato dai corti cui ho assistito a Fish&Chips.


Perché?


Forse perché il corto é la palestra dei non (ancora) professionisti, quindi più aperti a sperimentare e non obbligati alle standardizzazioni del mercato distributivo;
forse perché il corto (d’animazione e non narrativo) ha nella colonna sonora la struttura, una sorta di sound-storyboard che aiuta la costruzione e la fruizione del film;
forse perché i videoclips musicali sono tutti Corti, ne esiste un repertorio enorme e spesso realizzati da grandi registi o comunque da grandi professionisti dell’immagine e del suono, creando un conseguente linguaggio condiviso e maturo; 
forse perché i bassi costi imponevano (e ancora in parte impongono) una bassa qualità delle immagini, mentre anche bilanci poveri consentono un buon livello per il progetto sonoro;
forse perché comporre suoni e comporre immagini, realizzare partiture e storyboard, ha una cosa fondamentale in comune: il rapporto con il tempo. Non a caso, a mio avviso, la nascita della video arte ha visto molti musicisti prendere in mano la macchina da presa: diversamente da chi proveniva dalle arti visive, i musicisti sono obbligati ed abituati a organizzare in base ad una timeline;
forse perché la vocazione sperimentale spesso si esprime in progetti brevi e leggeri, anche economicamente, e sperimentare porta a collaborazioni effettive.


Opinioni


Non ho potuto assistere a tutti i film proposti e certamente ho perso esempi interessanti dal mio punto d’ascolto. Tra questi due premiati in cui la musica é esplicitamente protagonista:
Lamento della ninfa, corto costruito sull’aria notissima di Claudio Monteverdi, qui protagonista di una scena di BDSM; premiato con una menzione speciale;
The Artisti and the Pervert documentario sul compositore austriaco vivente e attivo George Friedrich Haas e la sua compagna afroamericana Mollena William, la loro relazione S&M e le difficoltà di sostenerla di fronte ad una vita pubblica ed alle relazioni sociali. Premio alla distribuzione CIELO, riservato ai documentari.
Tra i film cui ho assistito, senza mascherina copri occhi, ma con le palpebre delle orecchie wide open, in ordine cronologico di proiezione:
Between the lines, 2017: un corto di animazione – storie di animali, con zebra protagonista - che già nel titolo suggerisce una lettura musicale in cui la colonna sonora é portante ed importante. A conferma della tesi di cui sopra.
Portraits of Andrea Palmer, 2017, lungometraggio dark e inquietante che trova nella grana del 16 mm e nella cupa e ossessiva colonna sonora la sua forza.
Guardami, 1999: film presentato, con scandalo, alla Mostra del Cinema di Venezia. La colonna sonora é bella, coerente con la narrazione e presenta, verso la fine, un momento di puro silenzio, un flash back in bianco e nero di 11 secondi (da 71’25’’ a 71’ 36’’); silenzio assordante che racconta, in un momento climax della narrazione, ciò che colori, suoni e parole non avrebbero potuto raccontare.
Touch me not, 2018: film originale, intellettuale e raffinato (Orso d’Oro al Berlinale, Festival del Cinema di Berlno 2018) che svolge una partitura di suoni perfettamente coerente con quella delle immagini.
Lydia Lunch: right side of her mind. A tribute, 1985-1986: quattro corti dedicati a Lydia Lunch, cantante e leader di gruppi musicali a New York anni ‘80, scrittrice, sceneggiatrice, provocatrice e trasgressiva. Video clip musicali in cui compaiono da protagonisti i Sonic Youth.
Weed Party III, Pteridophila I e II, due video brevi nella cornice della mostra presso il PAV, Parco di Arte Vivente; presentati nelle sale del cinema Massimo e, in proiezione continua, presso il PAV per la personale di Zheng Bo. Guardando all’estetica eco-queer, il rapporto intimo con la natura presenta un’inconsueta intimità sessuale ed erotica tra uomini e felci: etica verde a luci rosse. Video documentario dove anche la colonna sonora é eco: suoni in presa diretta, spesso in macro, che rinforzano l’immersione nella natura.


The End


Per finire rimando ad una occasione diversa e, spero, prossima, l’approfondimento della premessa. Al momento, credo che il suono si presti meno delle immagini per realizzare rappresentazioni, narrazioni, documenti erotici e, meno ancora, pornografici: forse per questo il termine pornofonia non esiste o, se esiste, non é usato frequentemente.
Il festival é intelligente, stimolante e coraggioso; si presenta giovane e non accademico (per fortuna), qualche giovanile impaccio e ingenuità, in margine a immagini, temi, suoni spesso “corrotti e scandalosi” mi ha suscitato simpatia.
Degli eventi collaterali ho potuto seguire solo (oltre alla mostra al PAV già segnalata) “Incontro sull’evoluzione del porno”: in questa occasione, come anche in quelle dei brevi discorsi e nei dibattiti con gli autori in occasione di molte proiezioni, registi, attori, storici, critici, protagonisti hanno dimostrato una capacità di riflessione, indagine e consapevolezza certamente più matura e superiore a quella di tanto cinema (e non solo cinema) di grande diffusione.
Molti dei lavori presentati sono nati e vivono al margine, molti sono stati condannati ed emarginati: il tema dell’emarginazione, del conformismo, dell’omologazione, dello scandalo del diverso, del coraggio di essere se stessi é vivo e passa di qui.
Del resto senza erotismo non ci sarebbe riproduzione e, almeno per noi umani di ogni genere, non ci sarebbe vita.
Post The End
Avrei voluto agganciare al tema Seeyousound, festival a tematica musicale che, qui a Torino é appena iniziato, pochi giorni dopo Fish&Chips: sarebbe stato interessante invertire la direzione di indagine: anziché cercare il suono nell’erotismo, cercare l’erotismo nel suono, al cinema. Purtroppo non potrò esserci ma spero di rifarmi, sperando (suggerendo) che nelle prossime edizioni questi due festival giovani (quarto anno per F&C, quinto anno per SYS) e originali collaborino nella programmazione. Da parte mia sarei ben felice di proseguire, senza maschera, la mia indagine che, probabilmente, resterà senza risposta. Per fortuna. 
 
 
 
 
*1 – Per semplicità userò il termine suono intendendo con questo tutto ciò che si ascolta: la musica é suono e insistere nella precisazione suono/musica é una dicotomia che mi piace poco e sarebbe pesante, in un articolo breve, dover puntualizzare spesso per evitare malintesi. 




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