Homo
Scrivens sembra un editore che fa le cose sul serio nel campo della narrativa,
non fosse altro perché pubblica solo dieci romanzi all’anno, numerati, frutto
di un’accurata selezione. Mi è capitato di leggere 8 e un quarto di Paquito Catanzaro, spiritoso fin dal titolo, con
una garbata citazione felliniana,
anche se non mi pare che l’autore abbia scritto altri romanzi. Fellini intitolò
8 e mezzo il suo capolavoro perché
prima aveva girato altri 7 film e mezzo
(il primo - Luci del varietà - in
collaborazione con Lattuada), Catanzaro lo fa solo per ironia, caratteristica
che lo accompagna per l’intera narrazione dove si fa beffe degli autori
televisivi che accettano di girare squallide fiction solo per denaro, mettendo da parte ogni velleità
intellettuale. Ridendo e scherzando
quante verità si possono dire, avrebbe chiosato Pier Paolo Pasolini
parafrasando Menandro. E in questo caso ci starebbe bene anche un bel ridendo castigat mores, ché i costumi
vengono fustigati a dovere da uno scrittore che mette in campo tutto il suo
umorismo inventandosi un regista di nome Miraglia - forse ignorando che nel
cinema italiano è esistito un vero Emilio Pompilio Miraglia, autore di un pugno
di pellicole di genere - che si fa aiutare da un esperto sceneggiatore per
uscire dalle secche di una fiction
scritta (male) da un gruppo di esordienti, che deve andare in onda a tutti i
costi per aggiudicarsi un finanziamento ministeriale. Storia di ordinaria (e
italica) follia cinematografica, perché eventi simili accadono tutti i giorni, basta
vedere registi del calibro di Ruggero Deodato (Cannibal Holocaust, signori!) costretti a girare una stagione di Incantesimo a scopo alimentare, mentre Michele
Soavi dirige fiction televisiva se
vuole continuare a lavorare dietro la macchina da presa, dopo aver illuso il
pubblico di essere il migliore allievo di Dario Argento. 8 e un quarto non pretende di essere alta letteratura, ma è
narrativa ben scritta, fatta di dialoghi realistici e ben strutturati, di ritmo
e battute ficcanti; l’autore scrive un romanzo comico onesto che segue la
lezione della commedia all’italiana: far ridere e pensare, puntare il dito sul sistema
e divertire. Una lettura che farebbe la gioia anche del produttore
cinematografico (Tognazzi) che Ettore Scola s’inventa ne La terrazza e che tartassa il povero sceneggiatore (Trintignant)
con il suo: Fa ridere?. Sì, 8 e un quarto fa ridere. Leggetelo. Non
ve ne pentirete.
Paquito Catanzaro
8 e un quartoLa storia irresistibile del telepanettone che perfino Fellini avrebbe voluto dirigereHomo Scrivens - Euro 15 – Pag. 145www.homoscrivens.it
8 e un quartoLa storia irresistibile del telepanettone che perfino Fellini avrebbe voluto dirigereHomo Scrivens - Euro 15 – Pag. 145www.homoscrivens.it
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