Il racconto di Sergio Claudio Perroni, si presenta come una
favola. Lo stile fantasioso e scorrevole si adatta
ad una lettura rivolta ai più piccoli mentre, le finezze
della storia, aprono possibili indagini e riflessioni di carattere pedagogico.
L’ impronta narrativa è arricchita da piacevoli massime
sulla vita, piccole constatazioni per ricordarci ciò che spesso ci sfugge…tipiche
osservazioni proprie della filosofia dal carattere esistenziale che appartiene ai
bambini, quelle frasi “a caso” sprizzanti di luce dalle quali, spesso, non ci
lasciamo fulminare.
La favola è accompagnata dalle illustrazioni di Leila
Marzocchi, linee malinconiche danno volto
alla nostra piccola protagonista. I disegni sono
caratterizzati da un astrattismo delicato ma netto, che deliziano i bambini e soccorrono gli adulti dal
vagheggiamento incerto tipico di una fantasia irrigidita, donandoci forti rappresentazioni
delle sue avventure.
Pulce, coraggiosa bambina di sette anni, vive una situazione
spiacevole ma comune a tantissimi altri
piccoli sognatori; non si sente apprezzata dalla sua
famiglia. Criticata, paragonata ai fratelli, poco gradita a causa del suo
temperamento libero e vivace. “ Si lamentavano per quello che era. Anzi, che
non era”.
Così, con un velo di rammarico ma tanta voglia di respirare
e farsi desiderare dalla famiglia, uscì di casa per sgranchirsi le idee. Senza
avvisare.
L'autore inizia così a tracciare tante favole nella favola, incontri
insoliti che danno origine alla stessa melodia: il singhiozzo nostalgico di chi
ha perso qualcosa o qualcuno di insostituibile.
Tutti personaggi sembrano aver in comune la stessa ansia
nella ricerca di ciò che hanno appena smarrito. Il senso di abbandono e di
privazione tinteggiato sulle loro smorfie, stimola la curiosità di Pulce che,
con l’intento di aiutare i vari personaggi, scopre di poter magicamente
assumere le sembianze di quel che è scomparso.
La bambina si materializza nei desideri altrui dissolvendosi
in uno specchio, nei contorni della luna, tra gli spigoli di una pietra, nella
danza del vento ed altro ancora… ma nell’apprensione di somigliare alle cose
scomparse, nessuno dei personaggi sembra
considerare quel che in lei si andava eclissando.
La sete di accontentare tutti appare come la ricerca
convulsa di un’identità che possa essere apprezzata. Si va delineando, da un
punto di vista psicologico, la
conseguenza della mancata accettazione di alcuni bambini da parte di chi dovrebbe difendere
e spalleggiare le loro caratteristiche uniche. Pulce rappresenta la piccola
eroina incappata nella rischiosa condizione che l’ha avvicinata ad un disturbo
dissociativo delle identità, presentato come una favola dal lieto fine.
“Di solito la gente è triste perché
aveva qualcosa e poi l’ha persa. Se lei non ha perso niente…”
“È proprio questo il punto… Sono triste perché non ho più
niente da perdere”
Editore: La nave di Teseo (19 febbraio 2019)
collana: Le onde
collana: Le onde
Sergio
Claudio Perroni è stato traduttore e scrittore. Ha pubblicato: Non muore
nessuno (2007), Raccapriccio. Mostri e scelleratezze della stampa italiana
(2007), Leonilde. Storia eccezionale di una donna normale (2010), Nel ventre
(2013), Renuntio vobis (2015), Il principio della carezza (2016), Entro a volte
nel tuo sonno (2018).
di Gloria Randisi
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