Non avevo tempo
Non avevo tempo, mi dicevo.
Non avevo tempo per fare un mucchio di cose. Volevo buttare giù un po' di
pancetta, ma il lavoro mi costringeva ad orari assurdi. Lo stesso valeva per la
famiglia. Ora che mio padre non c'era più qualcuno doveva pur occuparsi della
vecchia. E io sono figlio unico.
Volevo comprarmi la nuova Playstation e svagarmi con il vicino che mi ha
sempre fatto molta simpatia. Niente. Il tempo non ce l'avevo. Poi l'ho visto
arrivare con la scatola della console sottobraccio sotto Natale comprato al
sottocosto, ma non mi ha invitato a giocare a casa sua. Non aveva tempo, mi ha
detto quando gli ho citofonato l'altra volta.
Non avevo tempo per provare il nuovo frullatore, quello che mi ha comprato
la mia ex moglie. Dice che faceva dei centrifugati da paura, ma finora di
centrifugato c'era stato solo il mio conto in banca dopo il divorzio.
Ho comprato un abbonamento per il cinema d'essai sotto casa, ma non avevo
tempo. Neanche per la serata del mercoledì, che comincia alle 17. Non avevo
tempo di rilassarmi neanche a casa, perchè c'era sempre qualche problema
domestico che mi ingrossava il fegato come quello di un'oca. Ho avuto lampadine
che sono esplose da sole, erbacce con radici di cemento, infestazioni di
cimici, chivi di casa spezzate nella toppa. E non avevo, giuro, non avevo tempo
per stare dietro a tutte queste cose.
Poi però mi sono fermato un attimo. Ma non era una questione di tempo! No,
nient'affatto! Tutto stava, o meglio, - non stava - nella comunicazione! Non
parlavo con nessuno, non mi sfogavo con nessuno, non riuscivo ad aprirmi con
nessuno! Questo nonostante sia iscritto a tutte le piattaforme social del
momento, da Facebook a Instagram. Tutto quello che dovevo fare allora era
uscire di casa e offrirmi al mondo, così com'ero, nudo nelle mie insicurezze e
nelle mie fragilità. Solo così avrei potuto farmi dare una mano da qualcuno.
Cazzo, troppa fatica.
Ho preso la strada più breve. Prima di tutto mi sono lincenziato e ho
comprato delle bellissime Nike con cui vado a correre ogni giorno. Ho ammazzato
la vecchia e ho fatto sparire i resti frullandola come un centrifugato (cara EX
moglie è vero, funziona benissimo!), poi ho citofonato al mio vicino e gli ho
dato fuoco, rubandogli la Play e i giochi che aveva già comprato. Già che c'ero
ho dato fuoco anche a casa mia, così non mi sarei più dovuto occupare delle
lampadine, delle erbacce, delle cimici e delle chiavi. Al cinema ho rinunciato.
Bisogna ogni tanto sapersi accontentare.
Ora vivo nei vagoni dei treni merci e casa mia è il mondo quando lo decide
il capostazione.
Certo, è rimasto il problema della comunicazione. Ma che cazzo me ne frega
rispetto al tempo che ho adesso?
Odenu Xhari
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