Sincero. Vitale. Tormentato come l’adolescenza.
Dal 27
maggio 2021
in tutte le librerie e nei bookshop on line
“Terroni
e zombie hanno molto in comune: non si capisce un cazzo quando parlano e
puzzano di pizza marcia”.
Siamo
nella periferia sud di Milano. La Band del Nord e la gang dei Verdi abitano la
parte vecchia del paese. In quella nuova, l’Incis, sono confinati gli stranieri
meridionali, barbari da tenere a bada in terra leghista.
“Qui
l’autunno è una coperta infeltrita e umida: se la strizzi gronda tutta la
pianura padana”.
La
Valle delle Volpi, lambita dal letto del Lambro, è territorio di Manuel e dei
suoi, ragazzini insofferenti, che scorrazzano in bici fino a sera e sono
malvisti da tutti. In primis dal parroco, don Matteo, che predica l’armonia di
un solo «popolo in cammino» ma che nell’armadio della sacrestia stipa i suoi
scheletri.
“«E
allora!» starnazza. «Neanche nel dì di festa siete capaci, eh?».
Capaci.
Capaci di cosa. Di integrarci? Di disintegrarci? Che vuole esattamente don
Matteo? Che vogliono tutti questi adulti che ci urlano dietro, mentre pedaliamo
via, fuggendo ancora una volta lontano.
«Capaci
di cosa!» grido forte, col vapore buttato fuori, rabbia condensata in
goccioline di umidità. E gli altri dietro che ululano, e le finestre che
scorrono velocissime, e occhi che ci registrano fotogramma dopo fotogramma”.
Nel grigiore di una periferia alienante e senza via di uscita, sciama la vita di un nugolo di adolescenti ostaggio della mentalità gretta dei padri. Dopo l’estate in cui tutto accade, si rivedono ormai uomini. Cambiati nell’aspetto, piegati dagli eventi, ancora e per sempre amici.
La trama
Un
amico è morto. Mirko torna, per il
funerale, nel paese che l’ha visto crescere nella Bassa milanese. Tra infanzia e adolescenza, si srotola il filo dei
ricordi che lo lega alla Band del Nord,
slabbrata armata di ragazzini che hanno dichiarato guerra all’universo intero e
soprattutto alla periferia sud. Questi mondi si urtano, lasciandosi addosso
lividi che verranno sanati forse solo durante la messa funebre. Un romanzo di
formazione, crudo, diretto, toccante, che rimanda a Golding, Molnár, Salinger, Pasolini. «La regola aurea è nota: vieni
da giù? Stai nella zona nuova, destinato a delinquere. Sei nella parte vecchia?
Allora da figlio del Nord opti solo per qualche droga al parchetto, nulla che
non passi dopo l’adolescenza. Mescolarsi comunque non è previsto, perché moglie
e buoi sono una questione di vicinato, non più solo di paese».
Una
storia per chi ha attraversato la fanciullezza in sella a una bici. Per chi
ricorda limpida la sensazione del primo lunedì delle vacanze estive. Per chi ha
vissuto l’inverno dentro e fuori. Per chi, bersaglio di pregiudizi, si è fatto
scudo con la vera amicizia. Per chi è convinto che leggere e amare siano la
stessa cosa.
L’autore
Vincenzo
Trama
nasce a Milano nel 1981. Appassionato di controculture, ha pubblicato il saggio
Black metal: il sangue nero di Satana
(2013) e il romanzo Se fossi postumo
sarei (Ba)ricco (2017), Edizioni Il Foglio Letterario, che è anche un
magazine online di cui è direttore dal 2018. Nel 2019 è uscito Rebel, rebel: cronistoria narrativa di 50
album (quasi) ribelli degli anni ’90 (Arcana)
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