di Vincenzo Jacovino
Impedire che mariuoli, birbanti e birbantelli operassero con lucida nefandezza nel tessuto sociale è sempre stato il compito precipuo dello Stato. Compito, però, non sempre agevole perché accadeva e, purtroppo, accade che mariuoli, birbanti e birbantelli si insediano nel corpo dello Stato minando. e devastando i principi fondamentali su cui si regge un paese normale. Non sono mancate, è vero, nel corso dei tempi le mele marce ma un corpo sociale sano e, alquanto, integro è riuscito sempre a espellerle anche se con non poche difficoltà. Ieri è stato, più o meno, così. Gli argini, comunque, c’erano e le falle, quando emergevano, erano anche se con sforzo e fatica arginate. Con il nuovo millennio, invece, è giunto il nuntio vobis gaudium magnum, habemus: mariuoli, birbanti e birbantelli i quali, esondando, hanno trasformato il tessuto sociale in un’immensa e fagocitante palude. Gli argini sono scomparsi e tutto è nelle mani di voraci predatori.
Il nostro tempo sempre nuovi attori ci propone
e corre spedito verso il niente (R. Greco)
verso l’abbandono dell’etica, ossia verso l’isolamento e la sua definitiva solitudine.
La solitudine dell’etica, oggi, la si trova nelle forme più diverse soprattutto quando si ausculta attentamente l’ambiente che ci circonda. L’etica? E’ diventata per i voraci predatori un oggetto di periferia da gettare tranquillamente alle ortiche. E nel cittadino perbene s’insinua non il dubbio ma la certezza di aver perso una guerra senza averla mai combattuta oltre a sentirsi soffocare da queste maleodoranti sabbie mobili.
Mariuoli, birbanti e birbantelli, oramai come nuovi gestori della cosa pub-blica, hanno trasferito la loro struttura genetica al sistema tanto che mimetizzati in controllori e distributori, e come corpo unico, hanno aperto la porta al sistema organico delle ruberie. Sembra che
… il grido [ di questi giorni] che ciondola
che acquista dissonanze (A. Spagnolo)
è l’interrogativo, ma la corruzione sale dal basso verso l’alto oppure scende dall’alto verso il basso? La nonna, che rivierasca non era, prendendo di buon grado in prestito uno dei sagaci detti dei popoli rivieraschi risponderebbe all’amletico interrogativo: “Il pesce puzza dalla testa”.
Ormai è acclarato nessuno ha più per sua compagna: l’etica né più si corre il rischio di scorgerla, incontrarla sulla strada,
né l’hai visto ieri
né oggi fino ad ora. (R. Greco)
Domani? Forse, probabilmente, non si sa.
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